martedì 4 giugno 2013

bollettino # 83 (una, nessuna, centomila ragioni)

il titolo si riferisce al fatto di non scrivere qui sopra da un mese e mezzo.
tante (?) cose nel mentre, che come al solito non sarò brava ad annotare nel giusto ordine nè col giusto ritmo.

credo che la principale, motivo dei post di questo blog, sia che ho cambiato terapia.
sono andata dal famoso prof. Pesce, alla prima visita prenotata a febbraio per maggio, in cui non ha detto nulla che non sapessi: vestibulodinia importante, alta sensibilità a h 12, medio ipertono del muscolo elevatore dell'ano.
abbiamo parlato del mio trascorso, delle terapie fatte e dei risultati ottenuti solo nel breve periodo, per poi avere una brutta ricaduta.
non ha detto che ho fatto male, ma solo che quelle terapie sono di per sè non efficaci nel lungo periodo; per cui abbiamo capito cosa NON è efficace per me.
mi ha cambiato psicofarmaco, sostituendo il laroxyl con il cymbalta, prima da prendere metà dose del dosaggio minimo, a cui sono passata da un paio di giorni (30 mg).
mi ha dato poi expose 100 mg, un miorilassante da prenderne un terzo ogni pasto ogni giorno, e etinerv, il solito integratore alimentare.
effetti collaterali: sonnolenza, un bel po', e sensazione di rilassatezza estrema alle gambe.
tutto nella norma, anzi, potrei dire che è andata bene per ora.

ho poi iniziato le sue fisioterapie, quei massaggi interni che servono per sciogliere i muscoli dell'area pelvica, e a seguire certi dettami comportamentali che prevedono esercizi ma anche stile di vita da perseverare.

lo sforzo che ho fatto eni giorni scorsi nel tenermi sveglia e vigile, concentrata a lavoro e quando guido, cercando di mettere a tacere l'ansia da ipocondriaca solo dio lo sa.
tant'è che ora che mi sono un po' tranquillizzata, mi sembra di aver corso una maratona.
vedremo, per ora non do giudizi di merito perchè è davvero troppo presto. sospendo il giudizio, attendo risultati.

sto lavorando anche molto su di me.
mi sono posta domande, in questo periodo, cui sto cercando non tanto di dare risposte, quanto capirne la natura.
la mia infelicità, la mia tendenza depressiva, come dice psyco, sono esuli dalla vulvodinia o da lui.
semplicemente, ci sono sempre state, ma ho sempre dato precedenza a indicarne la causa in fattori esogeni, escludendo il problema a priori.
ne ho parlato con psyco, le ho anche fatto una specie di ultimatum, se così posso dire, di chiederle se questa che sto percorrendo con lei sia davvero una strada, e quale essa sia, quale sia il fine ultimo, perchè a volte mi perdo nei dettagli e non vedo il macro obbiettivo.
dice che tutto questo sta servendo a farmi entrare più in contatto con me stessa, per non vivere il film della mia vita ma la mia vita così com'è.
devo far colloquiare due anime, quella fragile, spaventata a morte, ipocondriaca e paranoica con quella aggressiva, rabbiosa a volte, determinata.
devo iniziare a pensare che gli altri non sono me, e che non posso attendermi da loro sempre reazioni che sono in linea con quello che farei io.
io non sono loro, e se diminuissi questa certezza sarei vittima meno volte della mia illusione, disillusione, delusione.

lui. un discorso come un altro.
ci si sente, ci si è visti quel paio di volte da lui per fare le solite cose, si rivolge a me per sms come fosse il mio pappone, e non mi sorprende più.
gli do spago quel tanto che so che lo appaga di sentirsi il mio mentore, ma non ascolto quello che dice, in nessuna cosa.
lui non mi conosce, e anzi, non ha voluto conoscermi, perciò le sue idee si basano sulla superficialità che è il leitmotiv tra noi.
non mi esalta più, non lo voglio più, non voglio più niente da lui.
è uno, uno qualsiasi.
non mi fa più male coi suoi atteggiamenti, non mi colpisce più al cuore, non lo sogno più.
si è sbriciolato, ma per colpa di nessuno.
forse tutto è figlio di una consapevolezza che sto prendendo, che ho vissuto gli ultimi anni troppo la vita di un altro.
ora che penso alla mia, alle mie difficoltà tutte personali, di ingegno, per quanto non mi piaccia nè so ancora come uscirne, per ora è prioritario rientrarci con la testa, con tutta la coscienza di cui sono capace, anche quella svogliata. che è tanta.
tanti pensieri, alcune idee, voglie.
il puzzle si è confuso di più, sono stati tolti alcuni pezzi e aggiunti altri.

piano piano, spero di vedere la luce.


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