venerdì 29 giugno 2012

bollettino # 37 (lettere a un semisconosciuto)

1
"Non mi do ANCORA PACE.
Trovo assurdo che questo rigurgito si faccia ancora spazio nelle vene, acido perchè corrode il cuore e fa tossire impertinente la mente.
La sensazione è solo, ogni volta, di stupore.
Volgo lo sguardo in alto, un punto interrogativo in faccia, e mi chiedo imperterrita come ho fatto, come è potuto accadere di perderti una, due, mille volte.
Subito dopo arriva la consapevolezza, non la risposta: niente ritornerà, nessuno sarai tu, mai.
C'è un " per sempre" che mi risuona, eterno, talmente tanto che mi fa sgranare gli occhi come appena sveglia da un sogno, all'improvviso.
Ricordo così quanti tentativi fatti, quanti sbagliati nella forma, quanti nel contenuto, nell'atteggiamento, per poi giustificarmi dicendo che tanto sarebbe accaduto ugualmente.
E invece no.
Purtroppo sono intimamente convinta che un atteggiamento diverso ai tuoi occhi, parole diverse al tuo cuore e modi diversi di esprimerle, lo avrebbero fatto mio, almeno un po' mio.
Ricordo, ricordo le tue parole, il tuo entusiasmo, lo tua voglia di sentirmi e volermi tua.
Non ci credo, non ci voglio credere che in quei momenti tu fossi stato "titubante".
Non lo eri, l'ho percepito bene e ci posso mettere la mano sul fuoco.
Eravamo pezzi che avrebbero potuto combaciare perfettamente.
Io ho sbagliato tutto, e tu te ne sei accorto. Non potevo piacerti così, è normale.
Non sono quella che volevo farti credere e vedere, e che non poteva interessarti in quel modo.
Paradossalmente, se mi fossi mostrata DAVVERO IO, nuda, sarei stata quella persona che vorresti accanto (e probabilmente hai trovato).
Non sei mai tornato, e io sono una bambina ancora attaccata al passato, sedimentata in un "era qui, era ora".
Solo la tua presenza aveva per me qualcosa di familiare, e nessuno mai finora mi ha mai dato questa sensazione.
Cosa fare?
Vado avanti, avanti a bugie.
Ho voglia di andare avanti, ma sarebbe così bello farlo con te.
Svegliati, ti prego."

2
"Circostanze che ritornano.
Questo periodo, come novembre, mi fa pensare a te.
La chiamata di ... è uno dei due obiettivi che mi ero data l'anno scorso, insieme a quello di riprenderti, in non so quale modo ormai.
Ora che ... è tornata, è come se quegli obiettivi si fossero di nuovo schiariti, come se quello che ho sempre percepito come filo a doppio nodo con te non si fosse mai slegato.
Mi sono detta, addirittura, che se ce la sto facendo con ...., potrei avere il potere -la magia- di farcela anche con te.
Perchè in un universo sommerso sono sempre stata convinta che il nostro legame c'è, c'è sempre stato, ci sarà.
Poi torno alla realtà, razionalizzo che la vita fa di questi belli e brutti scherzi, che le sensazioni che si hanno a pelle non sono sempre "autorizzate" a divenire reali.
A volte, semplicemente, accadono senza che ci mettiamo troppo mano; e altre, al contrario, accadono nella stessa maniera.
Non posso nasconderti che vederti lì senza poter fare alcun azzardo mi frustra un po'.
Sono curiosa di quello che sta girando attorno alla tua vita.
So che non mi farebbe piacere, so che non sei solo.
So anche che non imparerai mai ad aprire gli occhi e guardarmi.
Probabilmente più che te in persona, mi manca il tuo pensiero; mi manca sapermi tra i tuoi, svegliarmi con un tuo futile buongiorno.
Mi manca poter immaginare che le cose possano MIGLIORARE tra noi, andare diversamente.
Con la coscienza che un uomo come te non lo troverò più.
Ma tu incarni anche un principio di sentimenti sbagliato, profondamente sbagliato per il mio modo di interpretarli.
Continuo a confondermi, e l'unica costante è che continuo a chiedermi perchè non hai MAI aperto gli occhi."

3
"Stanotte ti ho sognato.
Eri freddo, ma enigmatico.
Ho sentito di nuovo la tua voce, ho guardato di nuovo in quegli occhi.
Eri il classico "guardare ma non toccare". Come in fondo sei sempre stato.
Mi hai lasciato stranita. Come sempre.
Sto cercando di capire perchè nella mia testa sei ancora l'uomo perfetto.
Trovo ancora INSOPPORTABILE superare il fatto che tu non mi hai "voluta", che non ero quella speciale per te.
E sono ancora in alto mare.
Perchè un po' mi manchi, e un po' questa sconfitta brucia a morte.
Ma soprattutto, perchè ancora ti figuro accanto a me felice, in tanti luoghi diversi, tutti quelli che mi fanno star bene.
Penso sempre "se ci fosse lui qui, ora, sarebbe la felicità".
Per te avrei davvero dato un pezzo di vita.
Tutto ciò che sarei stata in grado di darti.
Mi manchi, tanto.
Sarebbe stato fantastico fare questo giro con te. Ci saremmo fatti un sacco di risate, ci saremmo immersi nel silenzio, perchè so che tu puoi capirne il significato.
Ma tu non ci sei, e non ci sarai mai.
Davvero difficile da accettare.
Non so se e quando ci riuscirò definitivamente. Per ora vado a tentativi, e ti assicuro che è una lotta intestina.
Quello che so è che sarà così, momenti di indifferenza alternati a momenti di incredibile mancanza, da togliere il fiato.
Momenti in cui mi mancherà darti tutto l'amore di cui sono capace.
Chissà che fai, con chi sei.
Sono sicura però che sei già felice.
Quel "già" mi tormenta.
Io ancora ti aspetto.
Stupida, no?"


Rileggere queste lettere mai partite per tante e buone ragioni, mi piace.
Alcune cose sono esagerate, dettate da momenti di profonda crisi, eppure rileggendole hanno lo stesso sapore.
In questi settimane ci penso più del solito.
Sarà l'estate, le giornate che sembrano infinite, il sole.
Ma mi deprime tantissimo.
Soprattutto nei momenti liberi, nei weekend che non passano mai e che mi mettono in enorme difficoltà.


Posso provare a chiamare tutto questo "mancanza di affetto", "mancanza di amore", perchè non so trovare le parole giuste per descriverlo.
Il risultato di questa sofferenza è l'intolleranza quasi totale, palpabile, visibile in modo quasi imbarazzante, verso ciò che mi circonda.
Verso la serenità altrui. Ma, badiamo bene, non perchè mi piace che gli altri soffrano.
Ma perchè vedo quella serenità così lontana, estranea, aliena, che proprio perchè non riesce a far parte del mio sistema di vita, sgomitante io per trovarla e incatenarla a me, allora viene da me stessa disprezzata.
Un po' come quel detto, che non ricordo come fa.

Ho un muso lungo ogni giorno che torno a casa...ho difficoltà, davvero tanta, a mascherarlo.
Non solo coi miei genitori, ora anche con i miei amici.
Tutto è fermo, inchiodato.
Giornate così belle da essere godute in spensieratezza.
E invece ecco qua, me ne sto al pc senza uscire di casa. E quando lo faccio, tanta fatica.

La fatica è tenere gli occhi aperti, possibilmente vigili per carpire le possibilità.

Io non ci credo più, non così tanto come un po' di tempo fa.
Forse tutto quello che sto facendo per me stessa è solo entropico.
Forse non ci sarà nessuno con cui condividerlo, se non quattro pagine di un blog che un giorno o l'altro dimenticherò da qualche parte.
Di sicuro c'è che non c'è lui, non c'è un lui, non c'è quel lui.

"A non essere amati si diventa cattivi".
Parole sante.


sabato 23 giugno 2012

bollettino # 36 (voglia di...)

...panino con la porchetta.
ma peggio di questo, è che invece di stare a rielaborare su un foglio appunti/memo-cristiano tutto ciò che ho visto, scritto, descritto e in minerrima parte appreso in questi primi 5 giorni di nuovo lavoro (formazione), sto qui a cazzeggio.

la ginecologa dice che sono un fenomeno nel biofeedback.
ringrazio e vado avanti.
sono un po' nervosa in questi giorni.
il motivo potrebbe dipendere dall'inizio del suddetto lavoro, dal fatto che ho trascorso 3 giorni su 5 circa 13 ore continuative fuori casa, 3 delle quali - in media, perchè ad esempio ieri con lo sciopero dei mezzi ho superato il "floor" quindi per antonomasia faccio come la Borsa quando crolla, chiudo e non lo calcolo - in auto per andare e tornare, o perchè ho saputo che non avrò diritto a 1 giorno 1 di ferie fino a settembre, o perchè ho la colite che mi dà un male bestia dietro la schiena e mi costringe a pose da Star-tac di altri tempi, o perchè vedo che mi sto ingrassando, che il mio corpo sta cambiando e ne intuisco la ragione e so che non ci posso far molto anche se non riesco a guardarmi allo specchio per più del tempo necessario per il risssetto giornaliero propedeutico a rendermi decente per uscire.
o anche perchè, per tutte queste ragioni, mi rode il culo e basta.

parlando con la psyco l'altro giorno sono stata costretta a rendermi conto di quanto il mio vivere sia spesso poco votato alla realtà, e purtroppo ancora molto sui meri sentimenti.
dice che devo sforzarmi ad essere un po' più razionale, più razionale su quelli...ancora più razionale?
non basta il cinismo, non basta il pessimismo, non basta farmi a volte odiare per l'acidume, non basta girare gli occhi da un'altra parte quando vedo qualcosa che vorrei anch'io, che spererei anch'io di vivere un giorno.
a suo parere sembro una novella cenerentola, mentre a mio parere sembro un pc.
vado avanti a calcoli, e ne ho la controprova in questi giorni di lavoro con altri 11 disgraziati.
per loro sono quella che "sa tutto, sa quasi sempre tutto, è fastidiosa per quante cose sa", mi prendono in giro perchè ragiono e calcolo probabilità e strade.

che strano.
di nuovo ambivalenza.
non ci capisco molto così, è tutto intrecciato.
le speranze sono attaccate a fili d'angelo, perchè in fondo non ne avrei bisogno di così tante.
basterebbe guardarmi dentro più "razionalmente" per capire che di tempo ce n'è per fare tutto, perchè tutto avvenga.
basterebbe solo un po' di amore.
o di porchetta.

sabato 16 giugno 2012

bollettino # 35 (in soldoni...)

avrei dovuto scrivere un post più o meno una settimanella fa, quando ero IN VACANZA, quando ero DA SOLA, quando ero in TOSCANA, quando ero in un CENTRO BENESSERE.
ma, per le parole in maiuscolo, non mi andava per un cazzo di accendere il pc (faticosamente portato dietro sotto la spinta del "si sa mai mi perdo/annoio/invoglio").

5 giorni, tanto è durato il (meritato?) viaggio.
perchè tanto lo so che quest'estate non avrò ferie, quindi ho approfittato.
ah, lunedì inizio la nuova, e speriamo duratura, avventura nell'azienda che da un anno mi tiene sulle spine.
ribadisco, lavoro di cacca, ma 3 anni di contratto non me li toglie nessuno, se non la sottoscritta mossa da un impeto di follia.

dicevo, 5 giorni.
ho preso il jeeppino di mammà, mappa e appunti in una mano, navigatore e smartphone nell'altra (come guidavo???).
"ho visto cose che voi umani....".no.

ho visto natura, odorato sapori, guidato su strade divertentissime rischiando un paio di cappottamenti, assaporato buon vino, dormito BENE, lasciata cullare dall'acqua calda delle terme al tramonto, dei fanghi, dell'idromassaggio, fotografato QUANDO E DOVE MI PAREVA -anche in mezzo alla statale che tanto non passava un cane di nessun cane-, mentito spudoratamente a un tipo che mi aveva rimorchiata in acqua, fatto amicizia con un altro tipo che non mi stava rimorchiando, scavalcato un muretto, scavalcato una rete di protezione, sporta dal parapetto di una torretta, camminato (tanto), e soprattutto imparato a star bene con me stessa pur con le solite paranoie.

mi sono addirittura COMMOSSA.
io.
commossa.
la dice lunga sta cosa.
ma no, è solo che al giardino dei tarocchi mi è presa una strana sensazione: vedendo tutte quelle sculture e soprattutto carpendone qua e là quanta ossessione, passione, dolore e amore ci abbia messo quella stramba di Niki de Saint Phalle nel completarlo, e in un certo senso dedicarlo al marito morto nel mentre che lei lo costruiva, ho provato qualcosa di simile al pensare "porca miseria, l'amore VERO esiste! non è una balla!".
e parlo di quell'amore che non ho ancora mai conosciuto.
un sentimento che va oltre la vita e la morte, che unisce due corpi, anime, cuori, teste in un tutt'uno da cui puoi difficilmente scinderne le parti.
una vive dell'altra, e tutte e due vivono per l'amore.
questo mi ha fatto provare quel giardino.
le lacrime che sono scese, inaspettate, mi hanno fatto capire quanto ancora ho da imparare su queste 5 lettere.

ma non è tutto.
una notte ho sognato Azzurro.
non so se sia un caso di sognarlo proprio quando avrei voluto staccare completamente la testa dalla mia realtà. fatto sta che mi ha lasciata parecchio stranita, e da quel giorno, per tutta una serie di altri motivi, ci sto pensando più spesso.

un'altra sera ho mandato un messaggio al mio ex collega, chiedendogli con un po' di faccia tosta - dopo il palo rifilato- se dovessi aspettarmi che lui non mi rispondesse più.
e poi le grasse risate con la sua risposta, che in soldoni è stata "ho mal digerito il tuo comportamento (e già da qui mi stavo tajando, ndr.). io con te non ci voglio solo uscire perchè voglio fare sesso".
al che la mia risposta è stata, sempre in soldoni " purtroppo io non te la do più, ma sei abbastanza bravo per cercarne altre in giro".
dopo lì, il silenzio.

amen.

la seduta della settimana scorsa con la psyco, in virtù anche di questi ultimi "movimenti" (parlo come se la mia vita sentimentale fosse un conto corrente), è stata abbastanza tosta.
come dice mio fratello, gli specialisti hanno quella capacità incredibile di dirti con parole semplici delle cose di te che tu SAI GIA' ma non trovi il modo di dirtele.
sempre in soldoni, keyword di questo post scritto un po' più in fretta di quanto non avrei voluto, il mio problema è il seguente:
- ho un ambivalenza intrinseca rispetto al rapporto di coppia
- la suddetta si esplica quindi in due modi diversi
- il primo è quello per cui io VORREI TANTO UNA RELAZIONE
- il secondo è quello per cui appena vedo qualcuno un tantino meno stronzo e quindi più disponibile a offrirmi qualcosa di simile a una relazione, RIFUGGO L'IDEA, pensando di intrappolarmi (ho detto proprio "intrappolarmi!" parlando con lei, in automatico).
- la sua tesi è che finora questa mia ambivalenza si è esplicitata solo tramite l'esterno, ovvero cercando a trovando persone altrettanto ambivalenti quanto me
- il corollario è che fin quando avrò questa ambivalenza e non saprò decidermi se avere e in che modo o non avere affatto una relazione, CHIUNQUE punterò sarà A PRESCINDERE SBAGLIATO in quanto 100 su 100 sarà di nuovo un personaggio ambivalente che mi farà star male
- la conclusione del ragionamento è che io stessa ora devo riflettere MOLTO ATTENTAMENTE su di me, e non più sull'esterno (che tra l'altro fa da giustificazione di alcuni miei comportamenti), e trovare la chiave per fare luce sui miei bisogni reali.

UN CAZZO DI LAVORO.

in questi giorni in realtà sto fischiettando allegramente senza pensarci, ma so che sto sbagliando e che dovrei concentrarmi. perciò tento di farlo qui, e chi non vuole leggere, perchè potrebbe non avere capo nè coda, può passare direttamente alla parte con *.
il fatto è che NON LO SO.
mi inorridisce avere un uomo servizievole accanto, ecco.
piuttosto faccio io la geisha, ma avere un uomo TROPPO SENSIBILE, TROPPO "ONESTO", TROPPO A DISPOSIZIONE mi metterebbe il cappio al collo.
perchè?
perchè temo di provare quella sensazione simile a ROUTINE, e di morirci dentro.
purtroppo sono una persona sempre alla ricerca, e che quando trova sicuramente toppa.
ma la stabilità sentimentale la vorrei solo da chi stabile non è (vedi Azzurro, vedi ex collega).
nel senso, io per loro (ovviamente parlo in senso mooooolto ampio) mi farei in 4 se mi dessero la possibilità di stare davvero insieme.
mentre che ne so, il tipo del rimorchio alle terme sembrava un bravissimo ragazzo coi piedi per terra e 4 case tra argentario, roma e siena centro, ma mi dava già la sensazione che fosse TROPPO SERVIZIEVOLE.
il che mi mette paura di trovarmi vecchia con uno che magari scopro di non avere mai amato.
la mia parte difficile è l'amore.
capire cos'è. perchè macino tante parole e esperienze piccole che mi sembrano "gigantesche" sentimentalmente parlando, ma io al pratico non so cos'è perchè non l'ho provato.
quello che ho provato sono infatuazioni, ossessioni a volte, ma non amore.
quello cresce con la quotidianità, si sviluppa con molto tempo.
io invece ho avuto tutti di corsa, per brevissimo, con sensazioni intense ma non veritiere.
quindi il punto è: cos'è l'amore per me?
forse, qualcosa di noioso.
e tutto ciò che va a braccetto con l'amore mi fa temere di annoiarmi.
motivo per cui cerco inconsciamente cose "fuggevoli", perchè più adrenaliniche? forse.
eppure l'idea della famiglia stabile c'è, dei figli pure.
ma con chi? con gli instabili. e queste 2 caratteristiche sono altamente inconciliabili.
una esclude l'altra a priori.
boh, non ci capisco na mazza perciò per ora chiudo qui il capitolo.

*
ho una pelle nuova. veramente.
a parte quella del punto T, che pare che ho un bambino in mezzo alla fronte.
colpa degli ormoni della pillola.
seeee.

ho preso 2,5 kg in 2 mesi.
colpa dell'antidepressivo.
seeeeeeeee.

vedo il mio corpo che cambia velocemente, manco fossi na donna incinta.
e devo assolutamente trovare una soluzione.
che risponderEBBE al nome di PALESTRA, ma col cazzo.
dovrò ricominciare a mangiare in maniera cristiana, e bere quei 2 lunghi litri d'acqua AL GIORNO.

in ogni caso, la vacanza è servita a questo e molto altro.
come ad esempio a pormi degli interrogativi, del tipo:
- come fanno le ragazze a convincere i propri fidanzati maschi che non abbiano tendenze omosessuali "visibili" ad andare in un centro benessere?
- perchè i vecchi vanno ai centri benessere per stare 10 ore a bagno senza avere la benchè minima rugosità sulle mani?
- perchè un capriolo mi ha attraversato la strada saltandomi quasi sul cofano della jeep e rischiando di farsi a) un male cane lui ; b) un male cane la macchina; c) di nuovo un male cane lui perchè se era il punto b) scendevo e gli davo il resto?
- perchè il Mulino Bianco non è in mezzo alla radura ma in mezzo a un bosco?
- quando cazzo hanno le ferie gli americani, visto che c'erano tutti e 60 miliardi quanti sono a Siena in mezzo alla settimana a inizio giugno?

queste e tante altre domande mi sono venute alla mente in quei 5 giorni di solitudine.
sicuramente la migliore è la seguente:
- perchè la gente inizia a chiamarmi SIGNORA?????????

lunedì 4 giugno 2012

bollettino # 34 (a fior di pelle...o di palle?)

...data la situazione a tratti assurda in cui oggi mi trovo - penultimo giorno di lavoro, non per volontà mia ma del boss che ha deciso che dovevo finire domani a mò di screzio, per giunta vedendomi oggi e senza ancora dirmi una parola UNA sulle mie dimissioni, che sia di scazzo o solo di arrivederciegrazie - e nel fancazzismo più totale - il famoso "passaggio di consegne" che di questo passo non avverrà dato il sovracitato comportamento da chi evita un lebbroso - sto guardando in giro per cercare una cazzo di spa/wellness centre/beauty farm, insomma tutto ciò che fa rima con "mi do na bella rinvigorita visto che so bianca pallida co 2 occhiaie così e le ultime 3 settimane mi hanno provata GIUSTO UN PO' ".
ce ne sono per tutti i gusti e portafogli, ma non so ancora scegliere.
c'è il castello iperfigo dove rischio di trovare coppie suine appena maritate, c'è quello di design che però rimane a Roma - e il primo obiettivo che voglio raggiungere è proprio quello di ANDARMENE DA STA CAZZO DI CITTA', chè non faccio vacanza DA AGOSTO - c'è quello nè carne nè pesce ma conveniente, infine c'è quello in cui spenderei tutti i miei averi presenti e futuri.

va beh, troverò una soluzione, farò il solito noioso foglio excel - ormai siamo culo e camicia dopo 3 mesi di convivenza COATTA - e sceglierò nel brevissimo termine, perchè mi so rotta i coglioni e voglio quagliare al più presto.

che si vede che sono un po' esauritella????

venerdì sera ho avuto un calo psicofisico che per poco non stiro sul divano.
venerdì doveva venire a casa mia l'ex collega.
io ero giù di morale dopo una giornata pessima per le ragioni di cui alle prime 7 righe di questo post, avevo fatto un'ora e 10 di auto per tornare da lavoro a casa - l'equivalente di fare prima-folle-prima-folle-primaseconda-folle tutto il tempo -, non mi reggevo in piedi che sembravo sborniata di qualche droga sintetica tagliata coi pedi, quindi ho trovato una scusa e l'ho lasciato lì dov'era.

poi, e visto che non era un caso l'averlo pisciato in 4 e 4 =8 essendo la risultante di lungo dialogo con psyco del giorno prima, gli ho scritto un messaggio che recitava a grandi linee così:

"caro mio, mi trovo bene con te a uscire, cazzeggiare e quant'altro, ma sappi che mai e poi mai te la darò ancora. ma se vogliamo rimanere amici, buon per noi."

ovviamente non ha risposto, perchè non c'era nulla da rispondere.

e io mi sono tolta, lo dico sinceramente, un peso dallo stomaco.
lo avevo detto nel post precedente, sono scesa a compromessi: questo è il mio.
se non gli va a genio, mi spiace ma è un problema tutto suo. queste sono le mie condizioni.

dichiarerei guerra a mezzo mondo per quanto mi rode il culo in questi giorni, con il conseguente sforzo di star calma, di non aizzare, di non fomentarmi, di star buona buonina che tanto è fatta.
quando vieni colpito all'orgoglio, che sia un uomo, un capo, un fratello, l'unica reazione è la volontà al condizionale di appiccicarli al muro.

stamattina per esempio, l'avrei appiccicata al muro quella gran troia che è già la seconda volta che incontro col cane.
la prima, mattine fa, è stata quando lo stronzo del cane ha deciso, di mattina alle 8 - immaginarsi i riflessi di una persona sveglia da 40 minuti - di saltarmi addosso sul marciapiede emettendo quelle cazzo di urla da pazzo scatenato.
e la troia manco m'ha chiesto scusa, si è rivolta A LUI! dicendo " e che c'è???".
figlia, il cane non ti risponderà mai, io sì: c'è che hai un cane di merda.
la seconda volta stamattina, che giuro ho avuto l'istinto di accendere la macchina e mettere sotto prima lui per farla piangere, e poi lei per farla morire, in cui lo stesso stronzo cane mi piscia sulla ruota della macchina proprio mentre stavo per aprirla.
al che dico a voce alta "ma che cazzo fai????" e il silenzio dall'altra parte.
a voce alta rimbrotto "si dovrebbe chiedere scusa almeno!", e lei "sì", di quel sì che in realtà si pronuncia "se" da sufficiente che prenderesti il cane e ci faresti un fiocco con nodo alla gola della padrona.

puttana.

ecco, tanto per fare un esempio di quanto i miei nervi siano tesi.

quelli della vagina, a confronto, sono di ottimo umore.

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