mercoledì 17 aprile 2013

bollettino # 82 (minuetto)

quanta ragione nelle parole di Mia Martini.
ascoltata per caso stamattina.

...sono sempre fatti tuoi. 
Tanto sai che quassù male che ti vada avrai 
tutta me, se ti andrà per una notte... 
... E cresce sempre più la solitudine
nei grandi vuoti che mi lasci tu! 


Rinnegare una passione no, 
ma non posso dirti sempre sì e sentirmi piccola così 
tutte le volte che mi trovo qui di fronte a te. 
Troppo cara la felicità per la mia ingenuità. 
Continuo ad aspettarti nelle sere per elemosinare amore... 

E la vita sta passando su noi, di orizzonti non ne vedo mai! 
Ne approfitta il tempo e ruba come hai fatto tu, 
il resto di una gioventù che ormai non ho più... 
E continuo sulla stessa via, sempre ubriaca di malinconia
ora ammetto che la colpa forse è solo mia, 
avrei dovuto perderti, invece ti ho cercato. 


Io non so l'amore vero che sorriso ha... 

Sconcertante quanto queste parole, in questo momento storico della mia vita, siano una verità di qualcosa che preferirei solo ascoltare in una canzone e non provare davvero.
Come se non potesse mai accadere. Ma non è così, e non so dove sbattere la testa.
Mille dubbi, ora anche su psyco, perchè anche confrontandomi con chi un percorso del genere lo ha intrapreso, e vinto, realizzo che la chiave di volta non la sta ancora trovando, e tanto meno io.Mi lascio trasportare dagli eventi, constatando ogni giorno quanto il perdere tempo sia una cosa che a me ora va bene, ma di cui pentirò tra non molto tempo.
Lui martella in testa, per fortuna sono passati giorni da quel venerdì, e sto cercando di tirar fuori il bandolo della matassa pensando che è tutto una futilità, e patetico allo stesso tempo per me "elemosinare" un affetto che non andrà mai al di là di quello che mi ha già detto.
Il fatto è che al momento non c'è nessuno che mi interessa, e anche questo non lo trovo molto normale.
Continuo a dirmi nell'intimo che verrà il mio momento, che è solo questione di pazienza.

La stessa che sto impiegando, con non pochi sforzi, nella lotta quotidiana contro quel mostro della vulvodinia.
sabato ho fatto il tampone, e sinceramente al momento dell'inserimento del dilatatore, pensavo mi facesse molto più male, considerati i precedenti.
Invece no, il dolore c'è stato ma dopo, interno, quando ha aperto lo speculum.
Quella ginecologa mi ha rincuorata dicendomi che per avere la vulvodinia in realtà avrei dovuto molto più dolore, e mi ha tranquillizzata dicendomi che sicuramente c'è un'infiammazione dentro e fuori, ma dal tampone uscirà fuori la causa.
Io spero, attendendo il 9 maggio l'incontro con Pesce.
Non so cosa pensare al momento, alterno momenti di disperazione a quelli di speranza, vorrei avere quel sorriso interno di cui mi parlava lui, ma ogni volta che ci provo lo sento stroncato nel profondo, e diventa solo un placebo.
Ormai, a quasi 30 anni, non posso non fare i conti con la realtà delle cose.
Ho una famiglia, degli amici e delle amiche, anche "ritrovate" con mio grande sollievo (ho sentito la loro mancanza, non c'è orgoglio che tenga), un buon lavoro sicuro.
Ma la mancanza del compagno e l'ingombrante pesantezza della vulvodinia mi abbattono, e non è sempre immediato pensare che tutte le cose elencate prima di loro siano un'ancora di salvezza.
Sto cercando anche di ritrovare Dio, perchè è stata una presenza costante e importante negli anni addietro, poi "normalizzato" dal cinismo, dalla razionalità e dal mio mondo ateo.
Vorrei ritrovarlo, per ritrovare forse quell'unica cosa, la fede, che non fa perdere mai la speranza.
Pensavo fosse un lavoro semplice, ma mi accorgo che costantemente mi sono abituata a non seguirne i precetti, e a boicottarne le regole senza neanche pensarci.
Se Dio è salvezza, lui è l'inferno.
Continuo a farmi tentare da lui, fino al punto di pensare come "normale" provarci a fare una pratica come il sesso anale, che ho sempre rifuggito.
Non l'ho fatto, non ancora, ma vorrei essere così forte da sconfiggere l'idea che "usarlo" per ritrovare la mia sessualità, di qualsiasi natura essa sia composta, sia un modo per avvicinarmi a lui in altri sensi.
Gli stessi che sono preclusi a monte, e non posso colpevolizzare nè me stessa nè tantomeno lui per non riuscire a cedere nella mia rete.
Rete, poi, fittizia, che si sgretola in un secondo, alla sua prima parola.

Vorrei imparare a trovare costanza in queste decisioni, vorrei imparare a volermi più bene, vorrei imparare ad avere una speranza in più per me e quindi anche per il mondo che vivo, e che a volte detesto.
ne è sintomatico il rivolgere i miei pensieri, sempre più spesso, alla migrazione, alla fuga, o al vagheggiamento che "sarebbe bastato nascere un giorno dopo per avere una vita diversa".
Sto mettendo a riposo la curiosità a favore di pigrizia e stanchezza, e non mi piace affatto.
Guardavo stamattina un diario del 2008.
Era il periodo dell'ispirazione post-Londra, post-P., che mi aveva mandato fuori di testa.
Ma avevo tratto dal dolore una sorta di galvanizzazione, per cui più stavo male più facevo, pensavo, misuravo, prospettavo.
Oggi invece, un chiodo.
Non voglio fermarmi così, non voglio pensare che sia tutto qui.
Non voglio vivere la vita di altri, o aspirare a quella.
Questi dovrebbero essere gli anni migliori, e me li sto perdendo dietro a due cose dure da passare.
Non so che altro fare se non riporre una speranza che voglio non si affievolisca.
Ma ancora non so da dove costruirla.
Aiuto.

1 commento:

  1. Ciao cara non so se ti ricordi di me,ti ho scritto un po' di tempo fa sempre per l'argomento "vulvodinia".Mi pento di non aver insistito a parlarti in privato,quale dottoressa idiota ti propone la vulvoscopia e addirittura crede che le cause della vulvodinia siano le infezioni che risultano dai tamponi? Scusami,ma questa è davvero una grossa incompetente e ti propongo di lasciarla perdere e non seguire più gli esami inutili e costosi che ti propone.Con Pesce sei in mani sicure,finalmente.Ripeto,se vuoi parlarmi in privato ci sono più che volentieri,temo che la dottoressa da cui sei stata finora di vulvodinia sappia ben poco e quel poco che sa è vecchio di protocolli anni luce...

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