giovedì 30 agosto 2012

bollettino # 44 (Mia)

PROLOGO:
questo post potrà sembrare pazzo e delirante.
E lo capisco, perchè anche a me sembrerebbe così, se non mi conoscessi.
Ma non importa.
Non pretendo davvero, non stavolta, che venga appreso per intero il suo senso, e la mia "lucida" follia.
Era solo un'avvertenza.
E' tuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuutto ok.
Ma iniziamo.

bollettino # 44 (Mia)

La chiamerò Mia.
Il nome non ha bisogno di spiegazioni.
Come anche le lacrime nel vedere le sue prime foto.
Mia non sarà mia figlia, ma la tratterò come se lo fosse.
Ne avrò cura, ne sarò gelosa, la custodirò, farò in modo da non farle mai nulla di male, la vezzeggerò e la guarderò spesse volte estasiata.
Lo so già.
D'altra parte, dico davvero, le lacrime di ieri nel vederla mi hanno fatto capire quanto lei incarni, ora e fin quando sarà con me, molto più di quanto si possa immaginare.

"Fatto! Sei proprietaria di una MiTo 85 cv. Prepara lo spumante! Ha tutto, usb, tom tom ecc. Sedili stoffa nero-grigio. Cornici nere. Auguroni!! E' bellissima." Papà.

Mia è un'auto.
E' L'Auto ("e' solo un'auto", si potrebbe obiettare).
Comprata da me con una mano di Padron Frodo.
Se non ci fosse lui, probabilmente non avrei avuto modo di mettere da parte tanti soldini in questi anni, che insieme a quelli guadagnati con il lavoro mi hanno permesso di comprarla.

Festeggio, sì, adesso.
Con un chinotto e un pezzo di pane alle olive, in casa, sola.
In attesa dei veri festeggiamenti.

Mia è l'incarnazione di un sogno, è la cosa più bella che ho mai avuto.
E so che anche questo darebbe da pensare, ma ripeto, va bene così.
E' la cosa più bella, in culo ai cosmetici, alle creme, ai vestiti, alle scarpe, alle borse, ai trattamenti benessere, ai gioielli (pochi, in verità, dopo gli ori della comunione).

Comprare un sogno.
Avete idea di che significhi?
Mia è e sarà sempre il primo vero sogno (materiale) realizzato con le mie forze, nel momento più "fulgido" degli ultimi anni, con una stabilità economico-lavorativa che fino a qualche mese fa sembrava impensabile.
E' anche per questo che esiste Mia. La sua ragion d'essere è tutta la mia storia.
Ogni volta che la guarderò penserò solo che Mia è Elena, e tutto quello che Elena incarna, Mia lo rispecchia.

Sogni, desideri, soddisfazioni, sfizi, chiamateli come vi pare.
C'è chi si commuove per un tramonto, per il sorriso di un bambino, per una fede al dito.
Io oggi mi commuovo perchè Mia entra a far parte di me.

E' bellissima.

domenica 26 agosto 2012

l'editoriale dell'automobile

punto primo: sono scaramantica.
punto secondo: quando penso a quell'auto, piango.

davvero.

piango.
la guardo, vedo nelle sue forme la conciliazione di concetti, prestazioni, linearità automobilistiche imparate in una vita, con quella discreta dose di senso dell'estetica che da sempre mi accompagna in questo mondo.

lì, sullo schermo.
la guardo e piango al pensiero.
anche l'automobile è arte, e la sindrome di Stendhal può esserne un effetto collaterale, esattamente avente lo stesso diritto di subentro come nelle arti maggiori.

questo è il pensierino del weekend.

che coccia profondamente con quel cazzo di autovelox preso a 110 (per fortuna che oggi mi sono sincerata che a velocità in quel tratto fosse di 80 e non 50, altrimenti avrei buttato la patente) l'altro ieri.
oh, lì non c'è mai stato.
troppo tardi cara cazzona, l'hai preso e c'è. stacce.

ma in questi giorni di sogni di gloria, in fondo, è stata solo una macchietta.
anzi, una macchiNetta.

....partirà di nuovo l'austerity?
lo scopriremo sui nostri schermi prossimamente....

domenica 19 agosto 2012

l'editoriale della domenica agostiana

cielo blu, sole, 700000 gradi.

oggi parliamo di....?

del fatto che ho scoperto che quando mi arrabbio sono produttiva.
ieri sera, per esempio.
discussione inutile, infinita e veramente incazzosa con mio fratello.
beh, mentre blateravo bestemmie e bestialità e mentre ne ascoltavo altrettante verso di me (di cui vorrei annotarne un paio, tra cui "psicopatica" e " sola sei e sola rimarrai", mai verità furono più brucianti), mettevo a posto casa.
i panni, il letto, i piatti.
quando non sono arrabbiata non mi va mai di farlo.
giuro che vorrei arrabbiarmi più spesso, che casa diventerebbe uno specchio.

con me stessa mi annoio, e per abbattere la noia devo trovare un modo per provare adrenalina, e quale modo migliore se non la rabbia.

rabbia produttiva di ordine in casa.

che soddisfazione.
ormai sono costretta a vivere alla giornata perchè obiettivi futuri non ne ho più voglia di vederne.
che mi illudo e basta.
certo, campare giorno per giorno con quelle 4 cose che ho, e con quelle 4 idee sgangherate, non è che sia il massimo.
gioco di rimessa, se vado troppo avanti mi faccio male.

la solitudine per esempio.
mi insegna tanto, ogni volta che è mia compagna.
in questo calderrimo agosto è stata a braccetto con me tutti i giorni, a parte sparute uscite e chi più ne ha più ne metta.
mi sta insegnando che vivere così, giorno dopo giorno, che mi ha fatto sempre cagare e non è che stia cambiando idea a riguardo, è però possibile.
è possibile anche per me, anche se non ne sono entusiasta e se mi sento di dover opprimere parte delle mie aspirazioni e della mia -perchè no, ce l'ho anch'io anche se ben celata- vitalità.


sto accarezzando l'idea di finire la psicoterapia, che secondo me non avrà gli effetti dovuti.
sono troppo scaltra per lasciarmi plasmare da una specialista.
o meglio, mi accordo perfettamente a ciò che mi suggerisce, ma poi faccio tutto il contrario.
in fondo in fondo, non do retta a nessun altro che a me stessa.


sto accarezzando tante altre ipotesi, quali tagliare con una parte di persone che non mi danno più nulla e a cui non mi va più di dare nulla.
per evitare futuri scazzi e perdite di tempo, chiaramente.
perdere tempo con persone e cose inutili è davvero una gran cazzata.
sono sicura che non sono la sola a trascinare avanti rapporti deteriorati che però hanno fatto parte della routine e delle colonne portanti di un pezzo di vita.
è romantico pensarci, per carità.
ma è il momento di tagliare ponti e allentare le corde.

dal momento che personalmente so che devo tirare avanti solo con le mie energie, e che gli altri voglio che siano solo dei valori aggiunti, che senso ha avere persone accanto che servono solo a ricordare momenti trapassati che non fanno non solo più parte della quotidianità, ma anche proprio di un modo di vivere totalmente estraneo al mio di oggi?

diventerò impermeabile a certi cambiamenti, ne sono certa.
quello che prima faceva male adesso è solo parte del circolo della vita, e lo prendo così, senza troppe lacrime.
quelle le lascio solo a chi dico io, per cui continuerò a struggermi forse all'infinito.

d'altra parte, essere sopravvissuta agli ultimi 8 mesi, con 3 cambi di lavoro e veramente tanti altri cazzi vari, mi ha aiutato a capire che posso superare certi limiti, e che ne posso porne altri che prima non avrei mai pensato di mettere per "paura" di perdere qualcosa/qualcuno di importante.
sto sopravvivendo a molte cose, tra cui per prima alla mia depressione a singhiozzi, alla solitudine, all'ansia, e alle terapie pret-à-porter ovunque.
sto sopravvivendo a pensare che la mia vita sessuale sarà sempre a 3/4 e mai completa.
chi cazzo mai durante la giornata ha questi pensieri????

penso di essere forte per questo, penso di essere cazzuta ad aver preso tutto questo per il collo e pur senza i  risultati sperati, tentare di non vedere sempre e solo buio. ma anche buio.
certo, il consuntivo di tutto questo è che ad oggi sono troppo scazzata per cercare il rosa, e confusa per mettere gli occhiali alla visione miope dei miei obiettivi di vita.

non ho nessuna certezza, e se c'è uno stato di "non-comfort zone" credo sia proprio questo.
la consapevolezza di esserci dentro con tutte le scarpe mi fa solo sperare di imparare sempre di più.
di me, non degli altri, sia chiaro.
anche quella sorta di analisi sociale mi ha stancata.
chiedo venia ai miei studi da sociologa, ma non ne posso davvero più.
da un certo punto di vista rinnegherei qualsiasi educazione, qualsiasi cultura, per sentirmi libera da costrizioni e reinventare me stessa.
ma dal momento che alcune cose inculcate in testa ne faranno sempre parte, sto cercando di accettarmi così e allo stesso tempo di cambiare visione, a costo di perderci.
un tentativo lo posso fare, in culo alla gabbia sociale.

sabato 11 agosto 2012

bollettino # 43 (la fenice?)

riassumo qui la settimana:

07 agosto - passione

spleen.
7 agosto.
40 gradi veritieri là fuori, nella steppa - come altro chiamare l'insieme di erba secca in mezzo a quattro palazzoni deserti- romana.
io.
a lavoro.
alla quarta notte consecutiva in cui mi addormento non prima dell'1  e non mi sveglio più tardi delle 5,30 per nessunissimo motivo, segno evidente di un'improbabile immedesimazione in un gallo del cazzo in evidente stato di alterazione psicofisica.

io.
con un mal di testa di quelli infami, con cui ci vai a letto - senza trarne gli ovvi giovamenti- e ti ci risvegli, e ci fai colazione, pausa caffè, pranzo, pausa merenda e cena.

io.
in attesa delle mestruazioni - che bada bene, dovrò penelopicamente aspettare almeno altri 2 giorni - condite di caldane...
una rosellina fresca di campo.

complici anche quel paio di clienti impazziti che ti urlano per telefono per quei problemi inesistenti facendoti perdere la poca calma rimasta infondo all'unico neurone frikketone peace&love....

avete idea di quanto MI POSSA RODERE IL CULO???
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9 agosto - morte


Stamane pensavo che il mondo mi cadesse sopra.
Canzoncina alla radio della bellina Malika Ayanne.
Frasetta di quelle che ti crepano in due, alle 8 di mattina e manco te ne accorgi, se poco poco ti immedesimi.
Soprattutto se hai dormito male, malissimo.
Col un caldo porco, svegliata ogni 2/3 ore, alzata col mal di testa e le mestruazioni in arrivo che giocano a spararti ormoni praticamente ovunque, pure tra le unghie dei piedi.

Ho avuto un crollo mentre guidavo, mentre arrivavo al parcheggio, ferma in auto nel parcheggio stesso.
Poi sembrava passato, arrivo in ufficio, devo lavorare con la voce per cui sì, reimpostiamo le caratteristiche di default, entro nel sistema, sto per mettermi in “pronto”.
E crollo ancora, a fiumi.
Gli occhi rossi come Caronte. O come qualcuno che ha esagerato con le canne.
Mi trema la voce, le mani.
Aspetto un po’, vado in bagno, mi guardo.
Che faccia di merda.
Proprio di merda.
Struccata, manco a farlo apposta sapendo che avrei pianto a dirotto.
Gli occhi rossi, le labbre gonfie come la Valeriona nazionale.
Bianca come un cencio.
Sembravo una rivisitazione in chiave business di Twilight.
Mancava il sangue. Ma, come ho detto, sta per arrivare pure quello.

Maledetta me.
E i miei sogni spenti.
E le mestruazioni, e il gioco di ormoni, il letto matrimoniale dei miei pieno di solchi, quella cazzo di casa esposta al sole anche di notte (altrimenti non si spiega il ribollimento delle ore notturne), il mio sistema di termoregolazione che fa schifo.

Storta così, penso a lui.
Non è giusto.
Voglio che finisca in fretta quest’estate.
Nei giorni scorsi stavo discretamente, da quando l’ho di nuovo bloccato su fb per non vederlo è valsa la massima “occhio non vede, cuore non duole”.
Ma evidentemente era l’ennesimo capriccio, anzi, l’ennesima presunzione di avere le cose facili, che sì, basta non guardare una foto per stare meglio.
Cazzona perditempo.
Spero solo di non peggiorare, la psyco è lontana temporalmente parlando, e io qui sono sola, perciò non posso proprio permettermi di stare così male.
Non voglio neanche.
Ogni volta spero che sia come un vaccino, che rinforza l’anima e il guarisce il cuore.
Mi piacerebbe credere che ogni volta ne esca rinforzata.
A me sembra solo di rimanere ferma come un chiodo, e con sempre un chiodo in testa.

Mille passi fasulli avanti. La pazienza di non rompermi i coglioni è finita.
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oggi, 11 agosto - resurrezione?

sto.
ah, non ho scritto che ho ritirato i risultati del simpatico tampone: tutto negativo.
quindi i famosi miglioramenti che non ci sono stati non dipendono da nulla se non dai miei nervi.
bah, non voglio pensarci troppo, ci penserò a settembre quando tornerò dalla ginecologa.

è weekend, e voglio solo cercare di non abbandonarmi troppo a me stessa.
anche perchè, se ripenso alla cena di ieri con una mia amica e a tutte le cose che mi ha raccontato sui suoi problemi economico-familiari, i miei al confronto impallidiscono, si fanno piccoli come polly pocket e poi sfumano.

ho disattivato temporaneamente l'account di facebook.
non mi pare se ne sia accorto nessuno, ma non ne sento chissà quale mancanza.
in fondo, ultimamente mi serviva poco e niente.

mi sono fidanzata platonicamente con l'ometto di padova-venezia che doveva venire a casa mia a marzo.
quello conosciuto alla biennale ormai 5-6-7 anni fa, neanche ricordo.
siamo d'accordo su molte cose, soprattutto sul fatto che dovremmo stare insieme da molto tempo ma la distanza e le vite non ce lo permettono.
così facciamo finta di stare insieme da qualche giorno.
peggio dei bambini, veramente.
ma almeno mi allieta la giornata un suo messaggio, un suo complimento.
sono donna, e ne ho bisogno.
per il resto, zero pulsioni.
per questo non lo incontrerò, anche se gli ho detto che sì, si può fare per fine settembre-inizio ottobre quando ho ferie.

è un passatempo come un altro, è un modo per distrarsi in 2, ironizzando su un sentimento serio come l'amore.
bene così, avrò un'ottima scusa per declinare eventuali prossimi incontri/inviti/conoscenze.

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