domenica 27 gennaio 2013

l'editoriale del gambero

stramba la mia percezione della mia vita, a volte.
mi pongo problemi, mi inondo di pipponi mentali su vicende, conclusioni amare, finzioni della mia testa, previsioni incaute, possibilità e probabilità (scopro da poco che c'è differenza tra le due)...
per poi tornare a mente lucida, di una domenica mattina, al fulcro dei miei problemi, quello che mi piace accantonare nel bunker delle sensazioni spiacevoli bocciate, ma che purtroppo permea ancora molto la mia vita, e ne è causa primaria di sofferenza.
lo è come un leitmotiv sempre, come una nenia, ma mi scuote da dentro quando me ne ricordo e quando ne ho consapevolezza, come oggi.

la vulvodinia, il male subdolo.
oggi scopro anche la sua incoerenza.
avrei dovuto aspettarmelo, facendo della mia vita l'incoerenza stessa, la stessa discontinuità.

ho fatto un'autotest, così, per cazzeggiare.
nel quadrante sinistro solita roba, forse poco meno.
ciò che mi ha sconvolto è il quadrante destro, quello che era guarito.
brucia da morire adesso.
brucia fisicamente e brucia psicologicamente. non me l'aspettavo proprio.
su quel quadrante, e sui suoi miglioramenti, ci ho costruito su tutto il castelletto di speranze di guarigione.
non so spiegarmi come sia tornata così indietro.
posso pensare che la cervicite non dia una mano, così come le tens che non ho più ripreso, così come il colpofix che chissà che effetti indesiderati può creare, così come le misere 3 gocce di laroxyl che ho sospeso.
potrei darmi tutte queste spiegazioni, ma la verità è che non voglio cause, voglio soluzioni, perchè davvero mi sono stancata di aspettare tempo, modo, cure per poi vedere che si va indietro di due passi ogni mezzo fatto in avanti.

sto seriamente pensando di chiedere un consulto da un altro specialista, ho sentito parlar bene di due in particolare sul web per ciò che riguarda il perimetro Roma, e potrei farlo anche molto a breve.
sicuramente scriverò alla ginecologa di questo cambiamento, ma adesso basta.
è quasi un anno che vado avanti a cure, e gli unici buoni risultati raggiunti sono svaniti.
voglio soluzioni, pretendo di essere guarita, non dico al 100%, ma almeno di quel tanto che basta per avere una vita sessuale serena, e una condizione di benessere fisico duratura.

è incredibile quanto questa condizione, questa patologia, abbiano inciso da un anno a questa parte sulla mia felicità, nonostante poi in alcuni periodi quasi non me ne ricordi, ma quando riapro gli occhi, come oggi, e scopro una brutta novità, l'unica cosa che mi dico è "perchè sbattersi tanto nel campo relazionale, se ancora  sei messa così in quello fisico, per cui pur volendo non potresti vivere serenamente una relazione di coppia?".
mando quindi al diavolo lui, e tutti gli altri, e i potenziali, e le situazioni "favorevoli", perchè il mio problema è uno e uno solo, e ci sto girando intorno invece di farci concretamente qualcosa di diverso.

questo pensiero mi fa impazzire, perchè è alla base di qualsiasi mia azione verso il maschile.
sì, mio padre, sì, l'ossessione per lui, sì, i miei gusti difficili e il mio essere bisbetica.
ma tutto viene solo dopo la vulvodinia.

ho capito che devo concentrarmi di più su di lei, che oggi mi ha lanciato un segnale neanche troppo flebile, ed è mio dovere coglierlo.
domani inizio a telefonare allo studio di Pesce, tutti dicono che sia il migliore nel campo, non mi frega nulla del costo, io voglio guarire.

mercoledì 23 gennaio 2013

Bollettino #74 (visioni)

Ricapitolando.

Ho iniziato quel gran burlone del Colpofix.
É cosí burlone che fa finta di erogare quello schifo di gel quando penso -messa quell'altrettanto simpatica cannuccia nelle viscere fin quasi a risalire nella gola- che lo stia facendo, cosí da farmi incazzare bene bene prima di andare a dormire, che tanto sto in una posizione cosí comoda per smadonnare...

Oggi ero a lavoro, tranquilla, a fare il mio porco lavoro.
Quando ecco, la visione.
Chi? Dio, la Madonna, lui???
Gli scotomi.
Chiamasi scotomi nè attivitá terrene di fuoriuscita di saliva a stantuffo, nè manifestazioni divine incitanti al bene assoluto.
Scotomi scintillanti, non poteri di Mazinga o dei Pokemon, sono manifestazioni visive di macchie contornate di flash colorati, pulsanti, spesso a forma di arco, che impediscono la visione netta diretta, e che fondamentalmente...

Ti fanno cagare sotto quando compaiono perchè pensi di star diventando improvvisamente e irreversibilmente cieco in una manciata di minuti.

Devo dire, lo avevo giá avuto altre volte, ma in questa ho avuto piú paura perché faticava ad andarsene e soprattutto a un certo punto mi impediva di vedere sia dritto che lateralmente.

Presa dal panico e tornata una bambina di 5 anni, ho iniziato a piagnucolare con il mio responsabile che mi teneva le mani come a una vera bambina, e alla fine la forza dell'ipocondria mi ha fatto decidere di andare dal mio medico, guidando, una volta passato il disturbo.
Medico che dice che devo fare una visita oculistica, ottico che dice ASSOLUTAMENTE CHE DEVO FARE CON URGENZA IL FONDO DELL'OCCHIO fosse mai che sia un distacco della (c)retina.
Fatto sta che tra mezzora diventeró cieca per un paio d'ore, sperando si tratti SOLO della ganzissima cefalea oculare o qualcosa di simile insomma.

Psyco, tra le altre mille cose, dice che devo trovare un modo per ricomporre l'affetto con mio padre, che sembrerebbe la genesi dei miei problemi relazionali con il masculo.
Dimmi cazzi, rispondo io.
Boh, questa ricerca di soluzione è di gran lunga la richiesta più difficile da eseguire per il mio carattere orgoglioso.

Intanto festeggiamo le due settimane di silenzio radio.

domenica 20 gennaio 2013

l'editoriale della domenica (spocchiosi andate a fanculo per favore)

io sono incompatibile con alcune specie viventi.
quelle in particolare che mi fanno girare di più i coglioni sono gli spocchiosi.
quelli che ogni cosa scrivi - perchè chiaramente non parlano, scrivono - stanno lì a puntualizzarti puttanate, solo perchè non dedichi il 2000% della tua attenzione alla cazzata che stanno appena scrivendo, o perchè non rispetti la "prossemica della chat", famosa per essere sempre in ritardo e per cui è normale "parlare sopra".
dio che nervi.
ho appena sbroccato a un conoscente su facebook per questo motivo.
pretendeva che seguissi un discorso mentre la chat sembrava essersi addormentata, o forse lui l'aveva fatto, mentre scriveva.
così ho risposto alla parziale enunciazione.
non l'avessi mai fatto, fa subito il pezzo da permaloso per farmi capire che non lo stavo seguendo.

...assomiglia a qualcuno di nostra conoscenza, n'è vero?

spocchiosi, boriosi, permalosi ed egocentrici, alcuni uomini di mia conoscenza forse non hanno ancora ben chiaro il concetto dell'ascolto attivo, ma non da parte dei loro interlocutori verso di loro, quanto il contrario.
non so come riescano a campare bene se non sanno dov'è l'altro.
ciò che mi fa impazzire è che personalmente, che sia coinvolta o meno - vedi esempio di oggi vs lui - mi fanno saltare i nervi alla stessa maniera.
vogliono avere ragione dove non c'è bisogno di ottenerla, e si comportano da saccenti di sto cazzo, finti filosofi, eruditi, maestri della dialettica.
sono sincera, con lui non ho avuto coraggio, ma almeno con questo il sassolino me lo sono tolto: sei un arrogante.
di fondo è questo, di fondo partono dal principio che tu sia una qualunque deficiente a cui devono far da balia, stancandosi mentre lo fanno, perchè lo rimarcano in ogni dove.
da quando in qua c'è la moda di ergersi a guru?

io non sono un talento nè un fenomeno, ma so qual'è il modo con cui rapportarmi agli altri, prima con il rispetto e poi con le parole.
sti guru dell'arte della sufficienza, non credo si pongano il problema.
rimanessero dove stanno, perchè sono sicura che prima o poi tocca pure a loro.
il peggio non è mai morto.

se posso augurarmi qualcosa per questo 2013, che stiamo a 20 giorni dall'inizio e ancora non ho stilato la stupida lista delle promesse che mai manterrò, è di certo non voler avere a che fare con gente di questo tipo, di allontanarli anni luce da me, e se mai ne vedessi ombra, di far finta di nulla.

per quanto mi riguarda sono solo complicazioni alle coronarie.

sabato 19 gennaio 2013

bollettino # 73 (solo la nebbia)

una buona notizia, se di buono posso parlare: sono 10 giorni che non ho contatti con lui.
dopo la rabbia, quel po' di dolore familiare, il confronto con psyco, siamo tornati alle maniere dure, della vera donna da battaglia, fasulla come una moneta da 3 euro.
bloccato su whatsapp e fatto scomparire dalla rubrica dello stesso.
così, neanche la tentazione di andare a frugare su ultimi accessi e cazzi altri suoi.
tanto, giustamente come dice psyco che ricalca la mia prima sensazione, scopa con un'altra, e io lo lascio scopare in santa pace, che forse è la cosa di cui ha più bisogno in termini assoluti...

mi prendo la responsabilità delle mazzate ricevute, ma mi sono già perdonata, al grido "non succederà mai più!!!".
quest'ultima parola è ormai una chimera, ricercata, voluta e mai ottenuta.
sono stanca perfino di pensarla ipoteticamente.

ho avuto la cura per la cervicite: colpofix gel vaginale nebulizzabile.
5 spruzzi la sera per 20 giorni al mese, per 2 mesi.
e poi si ricomincia. col pap test e cazzi vari.
su questo campo sono sfinita, detta schietta.

sfinita proprio di non vedere ancora la luce in fondo al tunnel, e intanto ancora continuare con quel po' di -ormai- placebo chiamato lyrica, sempre in attesa di ulteriori controlli.
sempre in attesa con la speranza che un giorno anche qui la parola "più" faccia capolino.

sono stanca, sfinita, e molto irascibile.
a lavoro le cose non vanno benissimo, inizio a spazientirmi facendolo e guardando agli obiettivi giornalieri e settimanali mancati, rosicando come una bestia nel confronto con gli altri.
lo so, devo tenermelo, che di questi tempi sa di miracolo con quello che si sente in giro.
avere il fiato sul collo mi spazientisce, e rischio un giorno o l'altro di rispondere malamente a chi non dovrei.
per di più la mia voce non è ancora al top, ma almeno so perchè.
ho il reflusso gastroesofageo che mi induce la laringite, per cui oltre agli altri cazzi devo curare pure questo con il gaviscon per un mese, 3 volte al dì.
che puntualmente dimentico.

non mi sento affatto felice, soddisfatta...mai, ma quella è abitudine.
ciò che non riesco proprio a soffrire è la strada nebbiosa che vedo davanti, che mi demotiva e mi fa incazzare.
ancora troppi punti interrogativi, di contro a tante belle certezze e buone notizie che sento attorno a me, come se fossi destinata a rimanere a bocca asciutta di soddisfazioni.
il problema è non farlo vedere e in caso spiegarlo ai miei, che mi osservano manco un condannato al 41bis.

una possibile soluzione è andar via da questa casa, e ora i tempi iniziano a farsi maturi per intraprendere una ricerca non facilissima, non quanto possa sembrare.
occhio non vede, cuore non duole, direbbe qualcuno.

torno sul tema del bisogno di cure, che non siano farmacologiche ma piuttosto affettuose, da parte di un uomo.
c'è un ragazzetto di 20 anni, sottolineo 20 anni, che sta giocando a fare il fidanzatino nonostante io non gli stia dando corda, e soprattutto che non ci siamo praticamente mai visti, a parte quella sera in cui sono andata da lui. lui no ragazzetto, lui lui.
non ho alcuna voglia di uscirci, e se inizialmente ho gradito qualche attenzione, adesso che s'accolla inizio a diventare intollerante.
ho bisogno di questo tipo di cure ma da altra parte, da altra tipologia di uomo, cazzo.

psyco dice che il terreno conflittuale con papà potrebbe essere la chiave di lettura del mio bisogno di lui, e dello stesso rapporto conflittuale con il maschile.
ma va???
io vorrei solo capire perchè ho scambiato lui per mamma papera appena sono uscita dal guscio.
perchè lui lo considero amico, amante, fratello e un po' padre.
perchè, non chiedo tanto.

intanto lui se la diverte, scaltro e borioso, mentre io sto ancora a leccarmi quel po' di ferite.
le sue, ma soprattutto le mie di tutti i giorni, la difficoltà nel vedere semplice una vita effettivamente tale.
mi tormento tanto, mi stupro, non do limiti alla mia insoddisfazione.
sono un chiodo, come lo ero tempo addietro, e ne ho la prova nel sentire sempre più spesso la necessità di evadere, di pensare di voler trovare un altro posto da sentire mio, un'altra identità da costruire.
pensare che sarà tempo di scappare, con tutto il bagaglio di insoddisfazione, semplicemente per sentirmi meno carica di responsabilità.

dormirei tutto il giorno.
non posso credere di essere tornata a gambero alla necessità di avere qualcosa di mio per sentirmi vivere.

domenica 13 gennaio 2013

l'editoriale della domenica (io e mio padre)

argomento difficile stamattina, ma considerate le 12 ore di beato sonno sviluppate stanotte, credo di poterlo affrontare.

venerdì sera c'è stata una brutta litigata in casa.
papà che risponde a cazzo a mia madre, io che vedo rosso.
quando vedo rosso, purtroppo per me e per chi assiste, lo spettacolo è pesante - fisicamente, psichicamente e direi anche nelle conseguenze.
ho strillato molte cose, con buona pace delle mie corde vocali e della laringite che tanto per questa stagione ha deciso di fare l'abbonamento e ne è stata ben felice dopo quella ghiotta occasione.

mio padre soffre di qualcosa simile al delirio di onnipotenza, che lo fa sembrare - e secondo me lo è, e gli ho detto di cercare una cura per questo, una cura seria da uno specialista - schizzofrenico.
può passare dalla gioia all'incazzatura in pochi istanti, ha l'emotività al pari di un bambino a cui bisogna dire spesso bravo, è competitivo verso noi figli, e molto istintivo.
se per mia madre che lo sopporta da 36 anni sembra tutto gestibile e ormai di routine, per me che comunque ci vivo da 30 ma non me lo sono scelto, a tratti diventa insostenibile, insopportabile.
gli avrei tirato qualcosa se avessi potuto.

siamo arrivati a metterci le mani addosso, prima che mia madre e mio fratello si mettessero in mezzo.
ora capisco come accadono certe tragedie familiari.

mio padre, quando ero piccola, lavorava molto, e rientrava tardi la sera.
erano i tempi in cui sua madre stava molto male, e lui era entrato in una grossa crisi personale.
crisi che però andava a coinvolgere naturalmente il rapporto con mia madre, con la quale quando aveva appena un momento a disposizione preferiva litigare.
la famiglia è stata a un attimo dallo sfasciarsi. mia madre, santa donna per questo, ma forse anche poco coraggiosa, ha fatto un bel respiro ed è rimasta a raccogliere i pezzi.
io papà me lo ricordo poco, da piccola.
me lo ricordo poco presente, poco empatico.
all'affetto ci pensava mia madre, che era una sorta di fucina di sentimenti, una spugna nel bene e nel male.

sono quindi cresciuta con tanto affetto da una parte, e con altrettanta distanza dall'altra.
mia madre riempiva l'affetto di entrambi, mio padre era quello che gestiva le questioni "grosse", quelle economiche, o quelle "di forma", di educazione, che lui stesso giornalmente ora viola.

ma io l'affetto, poco ne davo da piccola e poco ne do ora. a entrambi, purtroppo per mamma.

ora mio padre stesso mi rimprovera di averglielo negato da piccola, come se andasse da sè il dare responsabilità a un bambino di non essere stato sufficientemente affettuoso.
io credo, e su questo punto mi dò ragione senza neanche cercare conferme su wikipedia o su un manuale di psicologia infantile, che il bambino segua l'esempio dell'adulto.
nel mio caso, ha probabilmente fatto talmente tanta impressione il distacco di mio padre dall'aver preso non solo il suo carattere in toto (cosa che mi fa accapponare la pelle, a tratti), ma anche il suo grado di non empatia, pur avendo una madre che ne aveva da bastare per 10.

a 30 anni quasi suonati, rivangare il passato da parte sua, dicendo che si aspettava una "figlia femmina" differente da come sono stata, ma piuttosto "come gliela raccontavano tutti, che una figlia femmina sarebbe stata coccolosa e affettuosa come è nella normalità", è fuori luogo, fa male, fa riflettere, ma non mi fa cambiare idea rispetto all'unico responsabile di tutto questo, che è e rimarrà sempre il suo operato.
troppo facile altrimenti.

lo strappo c'era, ora si è palesato a caratteri cubitali, ma non so se riusciremo a ricucirlo se lui stesso non penserà di fare qualcosa per sè stesso, per il suo benessere mentale, per cercare di godersi la vita facile che ora ha in previsione di tempi peggiori chiamati vecchiaia e annessi, ma non da solo, come è e come è sempre stato, quanto piuttosto in primis con la donna della sua vita, e in secundis con la sua famiglia.
famiglia che gli piace tanto avere raggruppata tutta insieme, ma di cui non riesce a godere perchè ha fatto il vuoto attorno.
siamo attori, ecco quello che siamo.
io così mi sento parzialmente orfana, sono sincera.

per questi motivi rifletto sempre più sul mio assoluto e innegabile bisogno di avere una figura maschile che si prenda CURA di me.
lui in questo senso non c'è mai stato.
non basta il resto della famiglia, gli amici, la psyco per placare la necessità di una CURA fatta di un amore diverso da tutte queste tipologie.
lo stavo cercando in un uomo un po' più grande di me, che per un attimo mi ha dato l'impressione di questa CURA, fatta in strano modo, per carità.
ma paterna, matura, ecco.
purtroppo però, malata.
guarda un po' anche la sua.

giovedì 10 gennaio 2013

Bollettino # 72 (giro di boa)

Lo sapevo che mi avrebbe fatto un culo cosí.
So sempre tutto, preventivo davvero ogni particolare spesso e volentieri, ho consapevolezza di ogni azione-reazione.
Ma sbaglio, guidata da un istinto "forestico", non addomesticato alla rinuncia, alla dimissione.
Scopro il fianco e il gioco é da bambini.
Sto lavorando da molto su questo, ma gli effetti sono ancora lontani.
C'è sempre da imparare, mi rincuoro.
Sbollisco la rabbia verso di lui perchè in fondo è rabbia verso di me che gli ho permesso di ferirmi.
Se continuo ad averla con lui va da sè che ce l'abbia con me stessa, mentre invece voglio essere in pace.
Che non significa perdonare a occhi chiusi.
Non piace a nessuno farsi autocritica, ma non posso sorvolare su me stessa stavolta.
Non è un modo di scagionare lui, ma dal momento che devo convivere con me e non con lui, meglio assumermi le mie responsabilitá e chiarire con la parte piú intima e debole, quella che riesce peró a comandarmi a bacchetta e essere cosí autorevole da sprezzare i rischi dell'umiliazione.
Meglio far pace con me piuttosto che tentare di instaurare uno sterile e jncomprensibole dialogo con lui, che ancora una volta non mi deve niente.
Voglio riprendere in mano alcuni aspetti di me che anche per questi motivi ho trascurato da molto tempo, e sopirne altri che hanno un non so che di autodistruttivo.
Non voglio piú essere quell'incapace di valutare la propria autostima se non negli occhi azzurri di un lui lontano anni luce.
Non voglio piú abbassare lo sguardo quando ripenso alle mie azioni, e peggio ancora alle mie "ferme" percezioni di lui, o di chiunque altro ci sará.
Ho bisogno di fidarmi di piú della mia costanza, di darle modo di emergere senza soffocarla a prescindere.
Certezze, poche.
Speranze, altrettante.
Ma meglio di niente.
Arriveranno tempi ancora migliori, voglio davvero crederci.
Senza di lui, senza il mio continuo non sapere chi sono e dove vado, senza sta maledetta paura.

mercoledì 9 gennaio 2013

Bollettino # 71 (ma che parlo a fa!)

Stento a credere come riesce a farmi male con poche parole.
"Se continuo potrei essere distruttivo nei tuoi confronti".
Basta una riga e il mio umore è a pezzi.
Si fa gioco di me, come sempre, quando vuole.
Glielo lascio fare fin quando non ne posso piú, e sono arrivata al limite.
Di nuovo.
É ora di uscire di nuovo da quella vita e di farla uscire dalla mia.
Mi scoccia talmente tanto che abbia questa opinione di me, non riesco proprio a passarci sopra.
Non lo accetto, cazzo.
É del tutto umiliante, spregevole.
Sono soprusi, sono cattiverie gratuite, sono atti di maleducazione e incuria.
Lo odio, davvero. Mi sta sul cazzo.
Non ha la minima capacitá di avere rispetto per chi è DIVERSO da lui.
Mi spazza via il buonumore, la serenitá, l'amor proprio.
DEVO FARNE A MENO, non me lo ha prescritto nessuno.

lunedì 7 gennaio 2013

Bollettino # 70 (23)

Finalmente sono riuscita a mettermi in contatto con la mia ginecologa.
Che finalmente si è fatta mandare il cartaceo del mio hpv test (sí sono un po' come s.tommaso...), ha letto i miei risultati del tampone e dovrebbe scrivermi sta benedetta cura per la cervicite.

Io intanto, pur avendo smesso giá da un po' il laroxyl, sono giorni che muoio di sonno e quando sto sveglia penso a questo momento, ovvero starmene nel letto poco prima di dormire ancora e ancora...

Ho sentito una mia ex collega dell'azienda per cui ho lavorato da marzo a giugno dell'anno scorso, quello che speravo fosse il lavoro della vita e che mi è purtroppo andato di traverso.
Beh, quell'azienda non esiste piú.
É stata acquisita e ben presto toglierá le tende da Roma e dall'Italia tutta.
Quel che è peggio è che i nuovi vertici non hanno rinnovato i contratti a persone ormai parte integrante da 2-3 anni.
Potevo essere io.
Me ne sono andata, inconsapevole e un po'abbacchiata, poco prima dell'inferno.
Bucio de culo, si dice da noi.
Mai stata cosí convinta da 7 mesi a sta parte.

Me l'aspettavo, che non si facesse piú sentire anche dopo il pacchetto consegnato.
Che sono sicura ha visto e scartato.
Prima mi chiedevo -sempre in bagno, posto delle riflessioni migliori- se mi sta mancando.
Mi sono risposta che mi manca ancora quello di 2 anni e mesi fa, non questo.
Lui non è piú stato Lui da quella volta, per cui non puó mancarmi ora questo Lui.
É stato un po' routine nelle ultime settimane, ma come si dice in gergo "Era una tragedia annunciata".
Mi ha tenuto compagnia per alcune sere e nelle mattine in fila in auto, o in quelle piú noiose.
Ma non è mai stato l'ombra di Lui, eccetto alcuni sprazzi di quella sera.

É tutto qui, è tutto giá esaurito, e il piccolo vuoto che sento e che ormai non mi fa versare neanche mezza lacrima è vuoto non di Lui, ma della solita stanca solitudine.
La assecondo, fin quando lei stessa continuerá ad aggrapparsi al mio cuscino e dormire con me.
É comunque una compagna fedele, senza pretese nè vincoli duraturi.
È sempre stata parte di me, gioia e dolore, rifugio e oppressione.
Ora mi sembra piú silenziosa, piú rispettosa. Sa quando deve farsi sentire e quando mettersi da parte senza musi lunghi.
Non assomiglia a Lui, neanche un po'.
Lui è a volte solo la sua bacchetta, che colpisce un punto a caso solo per attirare la mia attenzione.

sabato 5 gennaio 2013

bollettino # 69 (vorrei decretare la fine, ma per scaramanzia non lo faccio)

potrebbe, e continuo a usare il condizionale, essere l'ultimo atto.
ho fatto la cosa che ritengo più sensata al momento.
che non si dica che sia una stalker, perchè siamo davvero ben lungi.

ho preso spunto dal fatto che ero in zona sua, da una mia amica, per portarmi dietro il "pensierino" che gli ho comprato (e non è un regalo di natale, badiamo bene, è stata pura casualità mentre compravo i veri regali di natale).
rimasto in borsa fino all'ultimo, fin quando mi sono decisa.
sì, glielo metto nella cassetta delle lettere, non faccio un rumore, non gli citofono, e se non la trovo lo lascio di fuori e amen così.
la cassetta riporta il suo nome, per cui è stato più facile di tutte le possibilità che avevo temuto.
1 minuto secco, andata, parcheggiata, inserito incartamento, tornata in macchina a casa.

quel pacchettino, seppur di una stupidità disarmante ("l'arte di rimorchiare", così intitolato), mi dava fastidio in camera mia.
e visti i recenti accadimenti, il suo ostinatissimo e ancora a me ignoto silenzio, non volevo nè buttarlo nè avvisarlo che glielo avrei portato.
ho usato una via di mezzo comoda per entrambi.
può far finta di non averlo mai ricevuto, e gli ho fatto una gran cortesia perchè non si sentirà in debito di dovermi scrivere nulla.
in fondo, si sa che nei condomini nessuno si fa i cazzi suoi.
io dal canto mio mi sono tolta un peso, un oggetto futile che iniziava a guardami male.
così anche qualsiasi altro vincolo, dalla cena in poi, per quanto mi riguarda è sciolto.

forse è il primo passo verso la nuova libertà di pensiero, e per quanto potrei rimanere delusa di non ricevere nessuna riga (che poi è da vedere, perchè non è uno che ti ringrazia, semmai affonda l'ascia), sarebbe meglio che non gli venisse proprio in mente di replicare.

è un messaggio neanche troppo sottile, il mio.
"ci siamo capiti, tu mi reputi troppo <<stupida>> per te, io mi sono rotta il cazzo di sentirmi sotto giudizio, ma ormai sto regalo me lo voglio togliere dalle palle, così che nè io nè te saremo più costretti, rispettivamente, a chiedere udienza e a far finta di nulla. buona pace a noi."

"io sono attratto dalla personalità e dal cervello".
benissimo.
tanto, con me, lui non le ha mai considerate caratteristiche di suo gusto.
io, se poco tempo fa avevo percezione di non essere soggetta a suo giudizio, da qualche conversazione a questa parte ho intuito invece quel po' di spocchia che conosco bene, perchè sembra identica a quella dell'ex collega.
gemelli.
no, non me la faccio la domanda che verrebbe da sè ("ma sarò davvero così inferiore come mi fanno intuire?").
è facile schernire quando sei perfettamente consapevole di aver tu più potere sull'altro. sono brava anch'io a farlo con personcine di cui non me ne frega un cazzo, per cui l'antifona è più che chiara.
un paio di anni fa avrei mosso mari e monti per tentare di inculcargli di essere esattamente alla sua altezza.
ora, proprio com'è capitato con l'ex collega, mi dà fastidio solo l'idea di dover dimostrare qualcosa, per cui "rinuncio" alla diatriba.
non che non bruci affatto, ma alla fine io credo di essere stata con lui, almeno nell'ultimo periodo, perfettamente integra ma cristallina, me stessa.
se questo deve essere motivo di scherno, vaffanculo.
non è una sfida a chi è più intelligente, è probabile che lo sia più di me, non mi sono mai ritenuta un talento, faccio solo il mio.
non devo però dimostrarlo a nessuno, a meno che io stessa non ne tragga vantaggio.
e qui, di vantaggio, non ce n'è a prescindere.

perciò, pensasse ciò che vuole del regalo, della modalità, del messaggio "subliminale".
o non pensasse affatto, facesse ciò che vuole di quel libriccino, ci sputasse dentro.
io non ho voglia di mettere punti in testa, tantomeno a lui.
hai un'idea di me? tienitela.
se e solo se ti reputo persona da cui posso trarre dei benefici, allora sì che mi metto in gioco.
ma con lui la storia è sempre quella, e sapevo che prima o poi si sarebbe arrivati a un punto di rottura.

se la sente immensamente calda, al di fuori di ogni immaginazione.
a me queste persone stanno tendenzialmente sul cazzo.
chi guarda dall'alto in basso solo per il gusto di dimostrare che è meglio di te, è un ragazzino.
la competizione, quella genuina, è quella che fa ammettere all'altro che tu sei superiore, senza che tu dica assolutamente nulla, nè tantomeno che rimarchi le differenze.
potrei prenderlo come umorismo il suo, e può starci.
ma quel silenzio, e quella sufficienza alla fine dell'ultima conversazione, sono tutto fuorchè umoristici.

passerà, deve passare.
come ho detto tante volte.
vorrei passasse in fretta come in fretta è passata dopo l'ultima telefonata all'ex collega.
così diversi, così uguali in fondo.

è tanto chiedere una persona normale, bilanciata, modesta?

giovedì 3 gennaio 2013

Post-bollettino #68 (riflessioni in balia del letto)

Lui è un cancro.
Quando sei sicuro di averlo estirpato, dopo tante cure e sofferenza e pazienza, speranza,forza, eccolo riaffiorare da altre parti.
Magari, pensi, è solo una cistina.
Magari, speri, è benigno.
Invece ogni volta è un'apocalisse.
Lo debelli, certo, ma stai sempre in allerta, sempre con la coda dell'occhio pronta, perchè sai che tornerà.

Voglio sentirmi libera da questa idea, libera per sempre dalla sua.
Non c'è volta in cui non mi rimangi le parole, e la volontá ormai mi schernisce, ride, sa bene che la mia è una presa di posizione effimera.
Non sono credibile, l'ho giá detto.

Stavolta dovrei davvero approfittare della situazione.
Potrebbe essere quella volta buona tanto attesa per scappare dalla prigione dell'ossessione, e finalmente librarmi in aria leggera.
Ho bisogno di psyco per questo, e di una volontá di ferro.
Ho di nuovo paura di non liberarmene mai.

mercoledì 2 gennaio 2013

Bollettino # 68 (mai e poi mai)

Mai e poi mai fidarsi di me.
Non sono cosí affidabile come mi piacerebbe essere, nè coerente.
Chiacchiero tanto di altre persone, ma non sono da meno.
Inoltre stupida pure, perchè perfettamente consapevole di quello che non solo rischio, ma metto a nudo.
Sono debole, nei suoi confronti lo sono e come, e mi sembra di non aver mai imparato una ceppa di niente.
Mille passi indietro, ritrovandomi una mattina lavorativa a farmi rodere il culo per le ore successive, per una stupida "discussione" se cosí posso chiamarla, ieri sera con lui.
Discussione è un parolone, perchè lui a un certo punto ha deciso di non rispondere piú, non so se piú perchè ha rosicato di un mio punto di vista differente (senza aver sperimentato) sul sesso anale o se perchè da ció che ho detto ha evinto che sia una scema.
Opto piú per la seconda, anche perchè gli ho dato modo di pensarlo sempre per il processo giá descritto in un post precedente (divento deficiente nelle conversazioni).
Lui riesce a mettermi in seria difficoltá, come nessun altro riesce, e la cosa mi fa alquanto rosicare.
Mica per altro, ma perchè mi riconosco inebetita, surclassata.
Cazzo, oggi rode proprio e non so come farmelo passare.
Lui non mi parla, probabilmente mi ha pure bloccata su whatsapp e questo mi fa sentire ancora piú idiota.

martedì 1 gennaio 2013

L'editoriale di Capodanno

Capodanno, l'ultima delle feste ipocrite del nostro tempo.
Ma alla fine diventa sempre necessario festeggiarla, sempre in compagnia, per caritá azzardarsi a dire "vorrei andare a letto alle 11, mettere i tappi alle orecchie e svegliarmi fresca domattina".
Corretto, in fondo in fondo.
Cosí ti ritrovi a cena a casa di chissá chi perchè la tua cricca è in montagna da 2 giorni ma tu, scegliendo l'immolazione di mezza giornata lavorativa, non puoi raggiungerli. Anzi, seccamente, non VUOI farti quelle 2-3 ore di macchina direzione abruzzo per star lí a fare nottata, tra l'altro neanche del tutto autorizzata in quanto non hai in mano l'invito candido ufficiale.
Cosí ti ritrovi a cena a casa di chissá chi con l'amica del cuore, a mangiar bene e festeggiare, con la voce sempre piú scarsa, che nel momento "giochi da tavolo 2013" ti fa ben intendere che ti mollerá prima di subito, prima di riuscire a far capire l'ennesima parola a Taboo.
Cosí ti ritrovi a cena a casa di chissá chi, totalmente spenta alle 3, semisdraiata sull'unico marmoreo divano con buona pace della tua cervicale.
Inizi a sperare che sia ora di andar via, che il momento "giochi" che si perpetra da 2 ore finalmente trovi il suo giusto epilogo.
Ma non se ne vede capo.
Sei stata contenta di non dover aver preso la macchina stasera, eppure ora daresti qualunque cosa per averla, salutare gli istancabili intervenuti e buttarti sul tuo letto.
Chi ti scarrozza, d'altra parte, puó dettare le regole della dipartita e se ne vede bene dall'ingaggiarle. Si diverte e vuole rimanere.
Cosí ti ritrovi a lasciare casa di chissá chi intorno alle 4 con enoooorme mal di testa attraverso un taxi arrivato in culo al mondo in 7 minuti.
45 euro e passa la paura.
Il prezzo del sonno é anche questo.
Capodanno, questo infimo.

Non si é piú fatto sentire.
Dal giorno di Natale.
Io neanche, sono sincera.
Ho pensato un paio di volte a qualche cazzata, ma elemosinare attenzioni non mi piace con lui, e non lo voglio cosí.
Peccato, poteva essere comunque divertente.
Non gli daró il libretto ingenuamente comprato ingenuamente pensando che a breve avrei avuto modo di mostrarglielo in privato.
Amen, anche stavolta l'unica certezza è la sua totale indifferenza, non (solo) emotiva ma fattiva.
Scema io che ho pensato il contrario dopo il 24 sera.
Era un bel ritmo, era un ritmo piacevole, ma che il giocattolo sia suo è una veritá assoluta, non passibile di mutamenti.
Ho già iniziato a farne a meno e continueró a farlo con sempre maggiore consapevolezza, perchè è cosí che deve andare.

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