Stavolta non affronto davvero me stessa.
Sembra come se fosse sparita la scintilla, chiamiamola speranza, "leggerezza", che piace tanto dirlo di questo tempi.
Come se mi fossi improvvisamente svegliata e sentissi che non c'è nient'altro.
Lavoro, famiglia, salute, una futura casa.
È tutto qui.
Gente che queste cose se le sogna a occhi aperti, mentre io le do per scontate.
Mi sento male.
Ho coraggio di dirmelo stasera.
Non mi sento bene, ho frustrazioni continue, malumore perenne e tristezza, insoddisfazione, eterna malinconia per "quello che poteva essere" e non è, e a questo punto mi viene da dire che non sarà mai.
Le relazioni affievoliscono, l'amore manca da troppo tempo, i sogni...beh, andati.
Se qualcuno ora mi chiedesse cosa voglio dalla vita risponderei "una famiglia, un amore e un figlio".
Fanculo lavoro, fanculo bella macchina e le comodita, fanculo vacanze negli hotel 4 stelle e le Spa d'inverno e le bottiglie di champagne.
Manderei a fanculo tutto ciò che mi riempie quel vuoto, perché sarebbe naturalmente riempito, nel modo più fisiologico e genuino.
Darei tutto per quella visione. Perché in fondo non cerco altro.
Sono nata per questo, e so che struggermi mi rende ancora più difficile staccarmi da questa idea.
Che sarei una buona madre, una buona compagna.
Ma questo condizionale mi ammazza.