sabato 19 gennaio 2013

bollettino # 73 (solo la nebbia)

una buona notizia, se di buono posso parlare: sono 10 giorni che non ho contatti con lui.
dopo la rabbia, quel po' di dolore familiare, il confronto con psyco, siamo tornati alle maniere dure, della vera donna da battaglia, fasulla come una moneta da 3 euro.
bloccato su whatsapp e fatto scomparire dalla rubrica dello stesso.
così, neanche la tentazione di andare a frugare su ultimi accessi e cazzi altri suoi.
tanto, giustamente come dice psyco che ricalca la mia prima sensazione, scopa con un'altra, e io lo lascio scopare in santa pace, che forse è la cosa di cui ha più bisogno in termini assoluti...

mi prendo la responsabilità delle mazzate ricevute, ma mi sono già perdonata, al grido "non succederà mai più!!!".
quest'ultima parola è ormai una chimera, ricercata, voluta e mai ottenuta.
sono stanca perfino di pensarla ipoteticamente.

ho avuto la cura per la cervicite: colpofix gel vaginale nebulizzabile.
5 spruzzi la sera per 20 giorni al mese, per 2 mesi.
e poi si ricomincia. col pap test e cazzi vari.
su questo campo sono sfinita, detta schietta.

sfinita proprio di non vedere ancora la luce in fondo al tunnel, e intanto ancora continuare con quel po' di -ormai- placebo chiamato lyrica, sempre in attesa di ulteriori controlli.
sempre in attesa con la speranza che un giorno anche qui la parola "più" faccia capolino.

sono stanca, sfinita, e molto irascibile.
a lavoro le cose non vanno benissimo, inizio a spazientirmi facendolo e guardando agli obiettivi giornalieri e settimanali mancati, rosicando come una bestia nel confronto con gli altri.
lo so, devo tenermelo, che di questi tempi sa di miracolo con quello che si sente in giro.
avere il fiato sul collo mi spazientisce, e rischio un giorno o l'altro di rispondere malamente a chi non dovrei.
per di più la mia voce non è ancora al top, ma almeno so perchè.
ho il reflusso gastroesofageo che mi induce la laringite, per cui oltre agli altri cazzi devo curare pure questo con il gaviscon per un mese, 3 volte al dì.
che puntualmente dimentico.

non mi sento affatto felice, soddisfatta...mai, ma quella è abitudine.
ciò che non riesco proprio a soffrire è la strada nebbiosa che vedo davanti, che mi demotiva e mi fa incazzare.
ancora troppi punti interrogativi, di contro a tante belle certezze e buone notizie che sento attorno a me, come se fossi destinata a rimanere a bocca asciutta di soddisfazioni.
il problema è non farlo vedere e in caso spiegarlo ai miei, che mi osservano manco un condannato al 41bis.

una possibile soluzione è andar via da questa casa, e ora i tempi iniziano a farsi maturi per intraprendere una ricerca non facilissima, non quanto possa sembrare.
occhio non vede, cuore non duole, direbbe qualcuno.

torno sul tema del bisogno di cure, che non siano farmacologiche ma piuttosto affettuose, da parte di un uomo.
c'è un ragazzetto di 20 anni, sottolineo 20 anni, che sta giocando a fare il fidanzatino nonostante io non gli stia dando corda, e soprattutto che non ci siamo praticamente mai visti, a parte quella sera in cui sono andata da lui. lui no ragazzetto, lui lui.
non ho alcuna voglia di uscirci, e se inizialmente ho gradito qualche attenzione, adesso che s'accolla inizio a diventare intollerante.
ho bisogno di questo tipo di cure ma da altra parte, da altra tipologia di uomo, cazzo.

psyco dice che il terreno conflittuale con papà potrebbe essere la chiave di lettura del mio bisogno di lui, e dello stesso rapporto conflittuale con il maschile.
ma va???
io vorrei solo capire perchè ho scambiato lui per mamma papera appena sono uscita dal guscio.
perchè lui lo considero amico, amante, fratello e un po' padre.
perchè, non chiedo tanto.

intanto lui se la diverte, scaltro e borioso, mentre io sto ancora a leccarmi quel po' di ferite.
le sue, ma soprattutto le mie di tutti i giorni, la difficoltà nel vedere semplice una vita effettivamente tale.
mi tormento tanto, mi stupro, non do limiti alla mia insoddisfazione.
sono un chiodo, come lo ero tempo addietro, e ne ho la prova nel sentire sempre più spesso la necessità di evadere, di pensare di voler trovare un altro posto da sentire mio, un'altra identità da costruire.
pensare che sarà tempo di scappare, con tutto il bagaglio di insoddisfazione, semplicemente per sentirmi meno carica di responsabilità.

dormirei tutto il giorno.
non posso credere di essere tornata a gambero alla necessità di avere qualcosa di mio per sentirmi vivere.

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