sabato 5 gennaio 2013

bollettino # 69 (vorrei decretare la fine, ma per scaramanzia non lo faccio)

potrebbe, e continuo a usare il condizionale, essere l'ultimo atto.
ho fatto la cosa che ritengo più sensata al momento.
che non si dica che sia una stalker, perchè siamo davvero ben lungi.

ho preso spunto dal fatto che ero in zona sua, da una mia amica, per portarmi dietro il "pensierino" che gli ho comprato (e non è un regalo di natale, badiamo bene, è stata pura casualità mentre compravo i veri regali di natale).
rimasto in borsa fino all'ultimo, fin quando mi sono decisa.
sì, glielo metto nella cassetta delle lettere, non faccio un rumore, non gli citofono, e se non la trovo lo lascio di fuori e amen così.
la cassetta riporta il suo nome, per cui è stato più facile di tutte le possibilità che avevo temuto.
1 minuto secco, andata, parcheggiata, inserito incartamento, tornata in macchina a casa.

quel pacchettino, seppur di una stupidità disarmante ("l'arte di rimorchiare", così intitolato), mi dava fastidio in camera mia.
e visti i recenti accadimenti, il suo ostinatissimo e ancora a me ignoto silenzio, non volevo nè buttarlo nè avvisarlo che glielo avrei portato.
ho usato una via di mezzo comoda per entrambi.
può far finta di non averlo mai ricevuto, e gli ho fatto una gran cortesia perchè non si sentirà in debito di dovermi scrivere nulla.
in fondo, si sa che nei condomini nessuno si fa i cazzi suoi.
io dal canto mio mi sono tolta un peso, un oggetto futile che iniziava a guardami male.
così anche qualsiasi altro vincolo, dalla cena in poi, per quanto mi riguarda è sciolto.

forse è il primo passo verso la nuova libertà di pensiero, e per quanto potrei rimanere delusa di non ricevere nessuna riga (che poi è da vedere, perchè non è uno che ti ringrazia, semmai affonda l'ascia), sarebbe meglio che non gli venisse proprio in mente di replicare.

è un messaggio neanche troppo sottile, il mio.
"ci siamo capiti, tu mi reputi troppo <<stupida>> per te, io mi sono rotta il cazzo di sentirmi sotto giudizio, ma ormai sto regalo me lo voglio togliere dalle palle, così che nè io nè te saremo più costretti, rispettivamente, a chiedere udienza e a far finta di nulla. buona pace a noi."

"io sono attratto dalla personalità e dal cervello".
benissimo.
tanto, con me, lui non le ha mai considerate caratteristiche di suo gusto.
io, se poco tempo fa avevo percezione di non essere soggetta a suo giudizio, da qualche conversazione a questa parte ho intuito invece quel po' di spocchia che conosco bene, perchè sembra identica a quella dell'ex collega.
gemelli.
no, non me la faccio la domanda che verrebbe da sè ("ma sarò davvero così inferiore come mi fanno intuire?").
è facile schernire quando sei perfettamente consapevole di aver tu più potere sull'altro. sono brava anch'io a farlo con personcine di cui non me ne frega un cazzo, per cui l'antifona è più che chiara.
un paio di anni fa avrei mosso mari e monti per tentare di inculcargli di essere esattamente alla sua altezza.
ora, proprio com'è capitato con l'ex collega, mi dà fastidio solo l'idea di dover dimostrare qualcosa, per cui "rinuncio" alla diatriba.
non che non bruci affatto, ma alla fine io credo di essere stata con lui, almeno nell'ultimo periodo, perfettamente integra ma cristallina, me stessa.
se questo deve essere motivo di scherno, vaffanculo.
non è una sfida a chi è più intelligente, è probabile che lo sia più di me, non mi sono mai ritenuta un talento, faccio solo il mio.
non devo però dimostrarlo a nessuno, a meno che io stessa non ne tragga vantaggio.
e qui, di vantaggio, non ce n'è a prescindere.

perciò, pensasse ciò che vuole del regalo, della modalità, del messaggio "subliminale".
o non pensasse affatto, facesse ciò che vuole di quel libriccino, ci sputasse dentro.
io non ho voglia di mettere punti in testa, tantomeno a lui.
hai un'idea di me? tienitela.
se e solo se ti reputo persona da cui posso trarre dei benefici, allora sì che mi metto in gioco.
ma con lui la storia è sempre quella, e sapevo che prima o poi si sarebbe arrivati a un punto di rottura.

se la sente immensamente calda, al di fuori di ogni immaginazione.
a me queste persone stanno tendenzialmente sul cazzo.
chi guarda dall'alto in basso solo per il gusto di dimostrare che è meglio di te, è un ragazzino.
la competizione, quella genuina, è quella che fa ammettere all'altro che tu sei superiore, senza che tu dica assolutamente nulla, nè tantomeno che rimarchi le differenze.
potrei prenderlo come umorismo il suo, e può starci.
ma quel silenzio, e quella sufficienza alla fine dell'ultima conversazione, sono tutto fuorchè umoristici.

passerà, deve passare.
come ho detto tante volte.
vorrei passasse in fretta come in fretta è passata dopo l'ultima telefonata all'ex collega.
così diversi, così uguali in fondo.

è tanto chiedere una persona normale, bilanciata, modesta?

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