sabato 11 agosto 2012

bollettino # 43 (la fenice?)

riassumo qui la settimana:

07 agosto - passione

spleen.
7 agosto.
40 gradi veritieri là fuori, nella steppa - come altro chiamare l'insieme di erba secca in mezzo a quattro palazzoni deserti- romana.
io.
a lavoro.
alla quarta notte consecutiva in cui mi addormento non prima dell'1  e non mi sveglio più tardi delle 5,30 per nessunissimo motivo, segno evidente di un'improbabile immedesimazione in un gallo del cazzo in evidente stato di alterazione psicofisica.

io.
con un mal di testa di quelli infami, con cui ci vai a letto - senza trarne gli ovvi giovamenti- e ti ci risvegli, e ci fai colazione, pausa caffè, pranzo, pausa merenda e cena.

io.
in attesa delle mestruazioni - che bada bene, dovrò penelopicamente aspettare almeno altri 2 giorni - condite di caldane...
una rosellina fresca di campo.

complici anche quel paio di clienti impazziti che ti urlano per telefono per quei problemi inesistenti facendoti perdere la poca calma rimasta infondo all'unico neurone frikketone peace&love....

avete idea di quanto MI POSSA RODERE IL CULO???
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9 agosto - morte


Stamane pensavo che il mondo mi cadesse sopra.
Canzoncina alla radio della bellina Malika Ayanne.
Frasetta di quelle che ti crepano in due, alle 8 di mattina e manco te ne accorgi, se poco poco ti immedesimi.
Soprattutto se hai dormito male, malissimo.
Col un caldo porco, svegliata ogni 2/3 ore, alzata col mal di testa e le mestruazioni in arrivo che giocano a spararti ormoni praticamente ovunque, pure tra le unghie dei piedi.

Ho avuto un crollo mentre guidavo, mentre arrivavo al parcheggio, ferma in auto nel parcheggio stesso.
Poi sembrava passato, arrivo in ufficio, devo lavorare con la voce per cui sì, reimpostiamo le caratteristiche di default, entro nel sistema, sto per mettermi in “pronto”.
E crollo ancora, a fiumi.
Gli occhi rossi come Caronte. O come qualcuno che ha esagerato con le canne.
Mi trema la voce, le mani.
Aspetto un po’, vado in bagno, mi guardo.
Che faccia di merda.
Proprio di merda.
Struccata, manco a farlo apposta sapendo che avrei pianto a dirotto.
Gli occhi rossi, le labbre gonfie come la Valeriona nazionale.
Bianca come un cencio.
Sembravo una rivisitazione in chiave business di Twilight.
Mancava il sangue. Ma, come ho detto, sta per arrivare pure quello.

Maledetta me.
E i miei sogni spenti.
E le mestruazioni, e il gioco di ormoni, il letto matrimoniale dei miei pieno di solchi, quella cazzo di casa esposta al sole anche di notte (altrimenti non si spiega il ribollimento delle ore notturne), il mio sistema di termoregolazione che fa schifo.

Storta così, penso a lui.
Non è giusto.
Voglio che finisca in fretta quest’estate.
Nei giorni scorsi stavo discretamente, da quando l’ho di nuovo bloccato su fb per non vederlo è valsa la massima “occhio non vede, cuore non duole”.
Ma evidentemente era l’ennesimo capriccio, anzi, l’ennesima presunzione di avere le cose facili, che sì, basta non guardare una foto per stare meglio.
Cazzona perditempo.
Spero solo di non peggiorare, la psyco è lontana temporalmente parlando, e io qui sono sola, perciò non posso proprio permettermi di stare così male.
Non voglio neanche.
Ogni volta spero che sia come un vaccino, che rinforza l’anima e il guarisce il cuore.
Mi piacerebbe credere che ogni volta ne esca rinforzata.
A me sembra solo di rimanere ferma come un chiodo, e con sempre un chiodo in testa.

Mille passi fasulli avanti. La pazienza di non rompermi i coglioni è finita.
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oggi, 11 agosto - resurrezione?

sto.
ah, non ho scritto che ho ritirato i risultati del simpatico tampone: tutto negativo.
quindi i famosi miglioramenti che non ci sono stati non dipendono da nulla se non dai miei nervi.
bah, non voglio pensarci troppo, ci penserò a settembre quando tornerò dalla ginecologa.

è weekend, e voglio solo cercare di non abbandonarmi troppo a me stessa.
anche perchè, se ripenso alla cena di ieri con una mia amica e a tutte le cose che mi ha raccontato sui suoi problemi economico-familiari, i miei al confronto impallidiscono, si fanno piccoli come polly pocket e poi sfumano.

ho disattivato temporaneamente l'account di facebook.
non mi pare se ne sia accorto nessuno, ma non ne sento chissà quale mancanza.
in fondo, ultimamente mi serviva poco e niente.

mi sono fidanzata platonicamente con l'ometto di padova-venezia che doveva venire a casa mia a marzo.
quello conosciuto alla biennale ormai 5-6-7 anni fa, neanche ricordo.
siamo d'accordo su molte cose, soprattutto sul fatto che dovremmo stare insieme da molto tempo ma la distanza e le vite non ce lo permettono.
così facciamo finta di stare insieme da qualche giorno.
peggio dei bambini, veramente.
ma almeno mi allieta la giornata un suo messaggio, un suo complimento.
sono donna, e ne ho bisogno.
per il resto, zero pulsioni.
per questo non lo incontrerò, anche se gli ho detto che sì, si può fare per fine settembre-inizio ottobre quando ho ferie.

è un passatempo come un altro, è un modo per distrarsi in 2, ironizzando su un sentimento serio come l'amore.
bene così, avrò un'ottima scusa per declinare eventuali prossimi incontri/inviti/conoscenze.

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