citerò questo spezzone che cita un pezzo scritto su "D - la Repubblica delle donne" che cita l'esponente di punta di una certa corrente psicologica.
metacitazioni, roba forte.
[intro, cazzate ecc]
"Ma chi è veramente il cinico, al di là delle mode culturali, e quali sono le sue motivazioni psicologiche?
"Proviamo a tracciarne un identikit: più frequentemente maschio, bravo nella professione, ma insoddisfatto, deluso, escluso per sua scelta", dichiara la psicoterapeuta fiorentina Anna Finocchietti; "sul lavoro trova i colleghi banali e conformisti; in amore combina poco perché gli sembra che nessun partner sia mai alla sua altezza: è una persona che tende ad attribuire la responsabilità di tutto quello che non va al di fuori di sé". Dietro una superiorità intellettuale esibita, e comunque spesso reale - gli emuli del cinismo di Cioran possiedono un'abilità dialettica quasi imbattibile, buona cultura, e un repertorio vastissimo di citazioni con le quali arricchiscono i discorsi - si nasconde però una "incompetenza" emotiva: "Non hanno il coraggio di muoversi nel mondo fluido e in trasformazione delle sensazioni e dei sentimenti", commenta Finocchietti, "e dunque si arroccano su partiti presi. Soprattutto rinunciano a vivere, ad aprirsi, a rischiare". "Non chiedetemi più il mio programma: respirare, non ne è già uno?", scriveva, non a caso, Cioran.
"Si tratta di persone fredde, indifferenti, disilluse; gente che ha perso totalmente la capacità un po' infantile di meravigliarsi, di stupirsi, di essere positivamente ingenua, vale a dire aperta senza preconcetti alla realtà", spiega il professor Claudio Mencacci, psichiatra e direttore della rivista della Società Italiana di Psichiatria. "Spesso il cinismo è la conseguenza di un tradimento di sentimenti e speranze: benché si vantino di essere degli iperrealisti che hanno capito tutto, i cinici sono invece persone che, anziché trarre una lezione dalle sconfitte, hanno lasciato vincere l'esperienza della delusione, e vivono in un delirio della logica, sperando che il filtro intellettuale, il distacco dalla realtà e lo schermo delle illusioni altrui possano proteggerle".
Al di là di un immediato ma superficiale successo mondano, il costo psicologico che pagano è molto alto: l'azione, non più sostenuta da entusiasmi e progetti, si blocca o inaridisce, la creatività si spegne. Ottimi critici, i cinici non sono quasi mai artisti. I rapporti umani si impoveriscono. Il cinico è spesso solo: la sua intelligenza aggressiva e disillusa spaventa, la sua mancanza di contatto con il proprio mondo interiore fa sì che non capisca quello di chi gli sta accanto. Sopportarlo, ammirarlo, amarlo è impresa che può riuscire solo a chi è simile a lui. Ma quale amore è possibile fra due nichilisti?"
"Proviamo a tracciarne un identikit: più frequentemente maschio, bravo nella professione, ma insoddisfatto, deluso, escluso per sua scelta", dichiara la psicoterapeuta fiorentina Anna Finocchietti; "sul lavoro trova i colleghi banali e conformisti; in amore combina poco perché gli sembra che nessun partner sia mai alla sua altezza: è una persona che tende ad attribuire la responsabilità di tutto quello che non va al di fuori di sé". Dietro una superiorità intellettuale esibita, e comunque spesso reale - gli emuli del cinismo di Cioran possiedono un'abilità dialettica quasi imbattibile, buona cultura, e un repertorio vastissimo di citazioni con le quali arricchiscono i discorsi - si nasconde però una "incompetenza" emotiva: "Non hanno il coraggio di muoversi nel mondo fluido e in trasformazione delle sensazioni e dei sentimenti", commenta Finocchietti, "e dunque si arroccano su partiti presi. Soprattutto rinunciano a vivere, ad aprirsi, a rischiare". "Non chiedetemi più il mio programma: respirare, non ne è già uno?", scriveva, non a caso, Cioran.
"Si tratta di persone fredde, indifferenti, disilluse; gente che ha perso totalmente la capacità un po' infantile di meravigliarsi, di stupirsi, di essere positivamente ingenua, vale a dire aperta senza preconcetti alla realtà", spiega il professor Claudio Mencacci, psichiatra e direttore della rivista della Società Italiana di Psichiatria. "Spesso il cinismo è la conseguenza di un tradimento di sentimenti e speranze: benché si vantino di essere degli iperrealisti che hanno capito tutto, i cinici sono invece persone che, anziché trarre una lezione dalle sconfitte, hanno lasciato vincere l'esperienza della delusione, e vivono in un delirio della logica, sperando che il filtro intellettuale, il distacco dalla realtà e lo schermo delle illusioni altrui possano proteggerle".
Al di là di un immediato ma superficiale successo mondano, il costo psicologico che pagano è molto alto: l'azione, non più sostenuta da entusiasmi e progetti, si blocca o inaridisce, la creatività si spegne. Ottimi critici, i cinici non sono quasi mai artisti. I rapporti umani si impoveriscono. Il cinico è spesso solo: la sua intelligenza aggressiva e disillusa spaventa, la sua mancanza di contatto con il proprio mondo interiore fa sì che non capisca quello di chi gli sta accanto. Sopportarlo, ammirarlo, amarlo è impresa che può riuscire solo a chi è simile a lui. Ma quale amore è possibile fra due nichilisti?"
....e qui casca l'asina.
senza neanche troppo pensarci, accidenti a me, mi sono ritrovata a rispecchiarmi in gran parte della descrizione, tranne per i punti "prevalentemente maschio", "la creatività si spegne" (gioco ancora a fare la fotografa) e "repertorio vastissimo di citazioni" (mai avuto), il che potrebbe darmi addirittura a pensare di essere fuori dalla categoria.
ma facciamo 2 conti:
- l'Azzurro mi dice che sono una maestrina +
- molte persone amiche dicono che parlo come un libro scritto e si meravigliano di cotanto disprezzo e disincanto verso il vivere altrui e verso la normalità +
- mio fratello (primo psicoterapeuta della mia vita) che mi considera estremista razionalista empirista analitica....+
- soprattutto, la consapevolezza che faccio uno sforzo immenso a:
- essere più buona
- essere meno malpensante
- sognare
- dare fiducia al futuro
- non denigrare le buone azioni
- avere una parola dolce per gli altri
- avere contatto fisico con le persone
- non vedere il secondo fine per qualsiasi cosa accada attorno a me
- non essere critica
- amare i bambini
- lasciarmi coccolare
- pronunciare senza vomitare le "KARAOKE" e "SALSA"
=
sono nella merda.
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