martedì 3 gennaio 2012

approfondimenti # 2 (me lo ero dimenticato)

Di seguito copioeincollo un estratto di un altro blog che in realtà di suo tratta di argomenti a cazzo, ma stavolta ci, anzi, MI prende in pieno. o almeno mi svernicia.
citerò questo spezzone che cita un pezzo scritto su "D - la Repubblica delle donne" che cita l'esponente di punta di una certa corrente psicologica.
metacitazioni, roba forte.

[intro, cazzate ecc]

 "Ma chi è veramente il cinico, al di là delle mode culturali, e quali sono le sue motivazioni psicologiche?
"Proviamo a tracciarne un identikit: più frequentemente maschio, bravo nella professione, ma insoddisfatto, deluso, escluso per sua scelta", dichiara la psicoterapeuta fiorentina Anna Finocchietti; "sul lavoro trova i colleghi banali e conformisti; in amore combina poco perché gli sembra che nessun partner sia mai alla sua altezza: è una persona che tende ad attribuire la responsabilità di tutto quello che non va al di fuori di sé". Dietro una superiorità intellettuale esibita, e comunque spesso reale - gli emuli del cinismo di Cioran possiedono un'abilità dialettica quasi imbattibile, buona cultura, e un repertorio vastissimo di citazioni con le quali arricchiscono i discorsi - si nasconde però una "incompetenza" emotiva: "Non hanno il coraggio di muoversi nel mondo fluido e in trasformazione delle sensazioni e dei sentimenti", commenta Finocchietti, "e dunque si arroccano su partiti presi. Soprattutto rinunciano a vivere, ad aprirsi, a rischiare". "Non chiedetemi più il mio programma: respirare, non ne è già uno?", scriveva, non a caso, Cioran.

"Si tratta di persone fredde, indifferenti, disilluse; gente che ha perso totalmente la capacità un po' infantile di meravigliarsi, di stupirsi, di essere positivamente ingenua, vale a dire aperta senza preconcetti alla realtà", spiega il professor Claudio Mencacci, psichiatra e direttore della rivista della Società Italiana di Psichiatria. "
Spesso il cinismo è la conseguenza di un tradimento di sentimenti e speranze: benché si vantino di essere degli iperrealisti che hanno capito tutto, i cinici sono invece persone che, anziché trarre una lezione dalle sconfitte, hanno lasciato vincere l'esperienza della delusione, e vivono in un delirio della logica, sperando che il filtro intellettuale, il distacco dalla realtà e lo schermo delle illusioni altrui possano proteggerle".

Al di là di un immediato ma superficiale successo mondano, il costo psicologico che pagano è molto alto: l'azione, non più sostenuta da entusiasmi e progetti, si blocca o inaridisce, la creatività si spegne. Ottimi critici, i cinici non sono quasi mai artisti. I rapporti umani si impoveriscono. Il cinico è spesso solo: la sua intelligenza aggressiva e disillusa spaventa, la sua mancanza di contatto con il proprio mondo interiore fa sì che non capisca quello di chi gli sta accanto. Sopportarlo, ammirarlo, amarlo è impresa che può riuscire solo a chi è simile a lui. Ma quale amore è possibile fra due nichilisti?
"

....e qui casca l'asina.
senza neanche troppo pensarci, accidenti a me, mi sono ritrovata a rispecchiarmi in gran parte della descrizione, tranne per i punti "prevalentemente maschio", "la creatività si spegne" (gioco ancora a fare la fotografa) e "repertorio vastissimo di citazioni" (mai avuto), il che potrebbe darmi addirittura a pensare di essere fuori dalla categoria.

ma facciamo 2 conti: 


  • l'Azzurro mi dice che sono una maestrina + 
  • molte persone amiche dicono che parlo come un libro scritto e si meravigliano di cotanto disprezzo e disincanto verso il vivere altrui e verso la normalità + 
  • mio fratello (primo psicoterapeuta della mia vita) che mi considera estremista razionalista empirista analitica....+
  • soprattutto, la consapevolezza che faccio uno sforzo immenso a:
             - essere più buona
             - essere meno malpensante
             - sognare
             - dare fiducia al futuro
             - non denigrare le buone azioni
             - avere una parola dolce per gli altri
             - avere contatto fisico con le persone
             - non vedere il secondo fine per qualsiasi cosa accada attorno a me
             - non essere critica
             - amare i bambini
             - lasciarmi coccolare
             - pronunciare senza vomitare le "KARAOKE" e "SALSA"

=

sono nella merda.



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