venerdì 21 dicembre 2012

sfogo a buffo

"il pallone è mio e ci gioco quando e con chi dico io!".
ecco, questa è la sintesi della sua filosofia.
è una vita che so che funziona così, ed è anche una vita che non lo sopporto, e che odio quando cavalca l'indifferenza da vero borioso.

prude dentro, brucia.
il pastrocchio l'ho fatto io, non posso lamentarmene, come al solito.
non volevo dare adito a ciò che incredibilmente, altro che profezie Maya, ricade ogni cazzo di anno in questo periodo.
ci puoi puntare l'orologio, meglio del miracolo del sangue di sant'antonio (era antonio vè? e poi..perchè non lo fanno più vedere???).
fanculo.

mi fa sorridere il fatto che qualsiasi cosa accada nell'arco di un anno solare, va a finire che tra natale, capodanno ed epifania io stia una merda totale, e per lo stesso problema, che si ripete uguale a sè stesso in modalità, tempistica, approccio.

incredibile, sa di kabala.

che c'è dietro?
ci sono io, e le mie ossessioni.
quelle invece fanno meno ridere, fanno più paura.
paura che non passino più, visto che dulcis in fundo ho messo benzina sul fuoco nell'ultimo periodo.
è fisiologico, quando accade quel tipo di contatto con lui, puoi contare ore e giorni, ma arriva sempre il momento in cui inizia a rodermi il culo.
non solo.
in cui inizio a fare ventimila congetture, e con chi sta, e con chi chatta, senza minimamente rendermi conto che l'ha fatto e lo farà sempre, che siamo una parentesi appena chiusa, che io non mi sono accorta che stesse chiudendo in fretta e furia manco avesse un mastino attaccato ai maroni.
ma soprattutto

inizio a diventare deficiente nelle conversazioni.

una risposta non basta, ne voglio una in più, poi una più articolata, poi un cenno sulla punzecchiatura appena fatta.
lo so bene qual'è la sua sensazione.
quella del mastino attaccato ai maroni, e metterla in pratica mi riesce con una semplicità disarmante, perchè ne ho sete.

cambio idea 47 volte alla settimana sul da farsi.
ora di nuovo capisco il perchè delle cesure secche, senza appello, dei blocchi di qualsiasi conversazione.
oggi di nuovo tutto torna, e mi trovo a pensarmi così "imprudente" nell'aver avuto la pretesa che tutto filasse liscio, che ci fosse continuità, sì stavolta sì, stavolta me lo trombo sul serio.

gelosa di chi se lo tromberà, non tanto di chi avrà al fianco.
perchè a me l'ha negato N volte, e proprio oggi in macchina sorridevo pensando che l'ex collega diceva che quando gli piaceva davvero una persona non ci andava a fare sesso perchè altrimenti dopo si sarebbe già sentito il suo fidanzato senza sapere le intenzioni dell'altra.
qui è il perfetto contrario, se funzionasse come con l'ex collega vorrebbe dire che ce n'è.
non so se leggere fra le righe di queste due situazioni così complesse in cui chi ci rimane inculata sono io, brutto a dirsi, ma ragionevole.
però è vero, paradossale, grottesco, incredibile.
ognuno la vive a modo suo, e io casco sempre nel non vivibile manco da lontano.

guardo ossessionata whatsapp con l'intenzione di capire frequenza di messaggistica con stracazzo so io, e ricado nel buio.
mi ero ripromessa, e cazzo ce l'avevo fatta, che stavolta non sarebbe andata così, che quella anguilla non sarebbe sgusciata via senza che me ne accorgessi, e invece è capitato di nuovo, e c'è da riflettere sulla mia incapacità di gestione di queste situazioni.

a cosa volevo arrivare?
a sentirmelo un po' mio, a essere sentita un po' sua.
un po' scherzo, un po' porno.
un po' adrenalina, un po' serotonina.

come mi ritrovo?
che manco risponde, che mi rendo conto una volta di più di essere stata "invasiva" - se per invasivo intendiamo il suo di benchmark - quindi da non assecondare, chè sennò è una rottura di coglioni.

quindi, che fare?
silenzio?
gioco?
cazziatone?
blocco?
nessuna risposta è corretta, perchè nessuna di queste risposte dovrebbe seguire quella domanda.

è la domanda il pensiero non corretto.

va beh, ormai è inutile piangere sul latte versato.
una volta versato, non puoi riprenderlo da terra, travasarlo e berlo ancora.
non c'è da porre rimedio, non ci sono esami riparatori, in fondo non c'è sbaglio.
c'è solo un dato di fatto.
che il pallone è suo e decide lui quando e con chi giocarci.
il mio turno è passato, semplice.
d'altra parte nessuno ha promesso nulla (a parte la cena, che so che non avverrà mai).

poi io sono un cazzo di portafortuna.
ogni volta che mi avvicino a determinate situazioni, un nanosecondo dopo accade che il tipo si infatua dell'altra, per cui so bene e riconosco bene il suo atteggiamento.
stupido pure quantificare, stupido pensare a tante congetture.
qui non c'è da fare analisi dei dati, qui c'è da -e chissà come mai non mi risulta affatto nuovo- accettare.
passare avanti, di spasimanti ce ne sono, questa è già una buona notizia.

ha ragione psyco, il rischio è che io usi lui, e il contatto quando capita, come un rifugio.
sia sentimentalmente parlando, che sessualmente.
non ho paura di lui, perchè con lui non trombo, e dato che il mio dolore è scongiurato, mi va particolarmente bene così.
sentimentalmente è più complesso, conosco il soggetto e il suo poco da dare, e pur non riuscendo a gestire situazioni come questa, in fondo in fondo mi sono familiari, come lo è il dolore, come lo è il tempo che scorre che farlo passare.
si trasforma in routine, con picchi di inaspettato appena un secondo dopo che ti sei sbilanciato con te stesso, manco con lui.
o forse, l'ha già percepito.
amen, che cazzo gli devo dire.
il suo silenzio, che non sarà l'ultimo ma ripeto, l'ennesimo -e qui voglio ridere tra qualche mese- mi aiuta solo a tentare di allontanare sabato.

prima di sabato era tutto ok, era tutto gestibile.

che poi alla fine, devo dirlo, non posso rimproverarmi nulla, come accadeva tempo fa.
non ho colpe nè teoriche nè fattive.
per lui sono brava in certe cose, il mio corpo lo attrae, sono già segni di vittoria, di soddisfazione.
io uso lui come cartina tornasole esattamente come fa lui con me.
che non fossi la donna della sua vita, beh, l'ho sempre saputo, sempre sperato il contrario, ma in fondo non è una vera novità.
c'è da vedere un bicchiere mezzo pieno, nonostante l'epilogo scarno.
c'è da vedere un pochino più in là adesso, al vero uomo che voglio avere accanto, decontaminata dalla sua ossessione.
quella mi intimorisce, ma so che con l'aiuto di psyco e con consapevolezze nuove o vecchie ma rielaborate, bene o male riuscirò a contrastarla.
non finirà mai del tutto, di questo ne sono consapevole.
si tratta solo di trovare chiavi di volta per non cadere nel buio, specie in questo periodo.
stavolta non posso solo lasciarmi trascinare dai fatti, ho gli strumenti per affrontare, accettare, provare a dimenticare e riavvolgere il telo su di lui e su ciò che è davvero.

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