sabato 27 ottobre 2012

bollettino # 53 (morfologia della diatriba)

facciamo un attimo il punto della situazione sul mio stato fisico.
ho ricominciato le TENS, una fatta mercoledì e l'altra ancora da fare (dovevo farla ieri ma il mio livello di rincojonimento è ormai talmente grande da aver acceso il mutuo nella mia testa).
GIURO che entro stasera la faccio.

pap-test, questo sconosciuto.
qualcuno ha avuto notizie dei miei esiti?
io non ancora.
lunedì tampinerò la ginecologa per sapere dove siano andati a finire.
si sa mai che Felix l'abbia ricevuti al posto mio e li abbia portati a 37000 metri lasciandoli nella bolla che l'ha portato su.

non sto dimagrendo di una bella mazza.
complici 4 giorni in quel di Lisbona (città sopravvalutata a parer mio) in cui la sugna regna incontrastata nei piatti principali.
daje così di olio e burro, sul pane più buono che abbia mai mangiato.
che si è già abbondantemente rifatto su di me di tanti cm quanti era lunga la fetta stessa.
dovrei farmi passare questa ossessione per l'ingrasso.
ma proprio non ci riesco a vedermi vestiti che prima mi stavano perfetti, ora sofferenti, costringersi ad assumere una falsissima parvenza della mia (vecchia) taglia.
li vedo proprio faticare, e mi si stringe il cuore, mentre la cinta si allarga.

passiamo ad altro.
vi racconto una storia.
anzi, come un certo linguista di nome Propp al tempo fece la morfologia delle fiabe per rendicontare gli elementi fondamentali spezzettandone le varie fasi, io lo farò di questa diatriba.

l'indifferenza.
la perversione
la botta da matta.
il gioco.
la costanza.
la provocazione.
l'indifferenza.

l'ordine può essere mischiato ma sempre con all'inizio e alla fine le fasi dell'indifferenza.
in questo caso, l'ordine che ho scritto è anticronologico.

sospendo il giudizio, una volta ancora.
non sull'antagonista/antieroe, ma sulla protagonista.

nessun giudizio, nessuna considerazione postscritta, nessun prologo.
non è accaduto.

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