domenica 7 aprile 2013

l'editoriale della domenica (pseudoromantico, oggi niente vulvodinia, grazie)

non so neanche da dove cominciare.
ho messo su stereomood il mio umore: lonely.
la seconda canzone nella playlist è una di quelle che usavo ascoltare tempo fa, quando ero a Torino, e lui mi mancava tanto.
sembra che il tempo non sia mai passato.
oggi mi lascio andare, perchè so che domani non potrò farlo, perchè la vita vuole che io non mi inchiodi a sogni impossibili.
oggi oso ancora sognare sognare, sperare, sapendo che non sarà l'ultima volta, ma che le prossime dovrò soffocarle così come vengono, per scacciarle il più velocemente possibile.

io lo amo.
c'è poco da fare.
mi arrendo a me stessa, a tutte le chiacchiere mie, di psyco, degli amici, delle tante voci che tutto sembrano già sapere.
io oggi so solo questo.
una parte di quella canzone dice "i must above all things love myself...".
no.
io oggi amo lui più di me stessa, più della mia vita, delle mie aspirazioni, delle mie previsioni future, di tutto ciò che abbia mai potenzialità di esserci.
perchè per me oggi tutto si inchina al fatto che lui non c'è, e nessun sapore, nessuna attenzione potrà sostituire il vuoto dettato da quell'uomo che l'altro giorno mi guardava fisso negli occhi chiedendomi di guardarlo, che mi teneva le mani chiamandomi "tesoro", e mi dava fiducia in me stessa elencandomi tutte le mie qualità.
ma non sono la sua persona, perciò oggi tutto quello che nella mia vita possa essere considerato buono e salvabile mi sembra nulla a confronto.
lo avrei preferito mille volte in quelle vesti da stronzo, così da poterlo odiare e avere un ottimo motivo per passarci sopra e metterci quella pietrona che meriterebbe.
invece mi rincuorava, si incazzava quando dicevo "no" o alzavo gli occhi di fronte a quello che per lui è vero di me, mi diceva di essere sorridente, mi abbracciava come non ha forse mai fatto, baci sulle fronte.
un padre, un fratello, un mentore, ma non il mio uomo.
che mi convinceva nel dirmi le mie mille qualità e quanto debba credere in loro e quindi in me stessa, perchè solo così troverò la persona per me.
volutamente, consapevole perchè non è uno stupido, senza fare riferimento a lui.
che è la causa scatenante di tutto, della mia tristezza come della mia fragilità.
vorrebbe scacciare da me fantasmi che sono stati alimentati inconsapevolmente da lui.
e quante volte avrei voluto zittirlo e dirgli la verità, dirgli "io sarò felice e ritroverò il sorriso e la fiducia in me solo quando tu starai con me, dammi un'opportunità, ti prego!".

il mio cuore urlava ma ho dovuto far finta di nulla piegandomi ai suoi discorsi sui rapporti verso terzi.
come amici, ma non lo siamo.
lui che dice di essere stato dietro a una donna, che ora non è più sua, per due anni e mezzo.
io che lo sono stata e lo sono ancora, per lo stesso periodo, per lui.
tutto non detto, tutto omesso per non rovinare di nuovo questa strana relazione, questo affetto esplicitato da lui nel dirmi "io ti voglio bene".
"ma tu non mi ami, ed è per questo che discorriamo", avrei voluto dirgli.
non me lo toglierò mai dalla testa, e sarò sempre gelosa e irritata a pensare che quella donna non l'ha voluto pur avendolo già suo, e che presto lui diventerà di un'altra ancora, e non penserà mai di avermi persa.
lui è perfettamente consapevole di questo, ma entrambi evitiamo il discorso, perchè sarebbe lo stesso del settembre di due anni fa.
quando le cose non cambiano, inutile parlarne ancora.

ho paura di non uscirne mai fuori.
in tutte le sue sfumature mi dimostra sempre di più quanto lo vorrei mio, per sempre.
diceva "che ti pare, che a 37 anni io sto bene a trovarmi single? che non vorrei una famiglia, una donna e due piccoletti che girano per casa?".
"anch'io vorrei tutto questo, che i piccoletti siano i nostri". non l'ho potuto dire.
"vedi, abbiamo bisogno delle stesse cose e siamo qui a dirci propositi per il futuro. come fai a non vedere che convergiamo esattamente, e invece ci stiamo ignorando?". zitta, non dirlo, fai un casino.

io sono sicura, è lui.
ma non posso averlo, e sono disperata per questo.
era perfetto, lo adoro, ma non mi vede.
lui soffre per chissà chi, io sono invisibile e sono innamorata di quell'amore folle che mi farebbe fare cose che non immagino neanche.
gli proporrei oggi stesso di vivere insieme, di sposarci, di farci figli.
a fronte di tutte quelle qualità che dice di riconoscermi, mi manca qualcosa che non sa spiegarmi e che ha visto in altre donne.
io, questo, non riesco ancora ad accettarlo.
la speranza di cui mi nutro è la stessa che mi sta facendo invecchiare, e che temo rimarrà come un morbo per sempre.
non voglio pensare di vivere una vita di rimpianto, ma non potrò comunque viverla con lui.
insieme, questi due pilastri, mi distruggono dall'interno.
il fatto poi di non aver mai avuto una reale possibilità di dimostrargli quanto so essere ciò che lui va cercando, perchè solo con lui vicino potrei ritrovare me, mi fa ancora più male.

lo amo, lo riconosco e non ho più voglia di combatterlo.
non voglio più combattere questo sentimento, che tanto non se ne va seppur ci abbia provato in molti diversi modi e tempi.
lo accetto, mi abbatte, mi rincoglionisce, ma è pur sempre bello pensare di amare.
incondizionatamente, nel vero senso della parola.
qualunque cosa accada nelle nostre vite, io lo amo.
basta vincoli, basta false consapevolezze, oggi la regina è nuda.
il mio inconscio dovrà farsene una ragione, e forse può essere la volta buona che trovi pace.
basta guerra civile, odio me stessa perchè mi riempio di bugie senza lasciarmi andare.

io ti amo.

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