il bollettino inguinale
tentativi di sdrammatizzazione di un'ipocondriaca
mercoledì 2 ottobre 2024
È morto
lunedì 25 agosto 2014
Non mi affronto
Stavolta non affronto davvero me stessa.
Sembra come se fosse sparita la scintilla, chiamiamola speranza, "leggerezza", che piace tanto dirlo di questo tempi.
Come se mi fossi improvvisamente svegliata e sentissi che non c'è nient'altro.
Lavoro, famiglia, salute, una futura casa.
È tutto qui.
Gente che queste cose se le sogna a occhi aperti, mentre io le do per scontate.
Mi sento male.
Ho coraggio di dirmelo stasera.
Non mi sento bene, ho frustrazioni continue, malumore perenne e tristezza, insoddisfazione, eterna malinconia per "quello che poteva essere" e non è, e a questo punto mi viene da dire che non sarà mai.
Le relazioni affievoliscono, l'amore manca da troppo tempo, i sogni...beh, andati.
Se qualcuno ora mi chiedesse cosa voglio dalla vita risponderei "una famiglia, un amore e un figlio".
Fanculo lavoro, fanculo bella macchina e le comodita, fanculo vacanze negli hotel 4 stelle e le Spa d'inverno e le bottiglie di champagne.
Manderei a fanculo tutto ciò che mi riempie quel vuoto, perché sarebbe naturalmente riempito, nel modo più fisiologico e genuino.
Darei tutto per quella visione. Perché in fondo non cerco altro.
Sono nata per questo, e so che struggermi mi rende ancora più difficile staccarmi da questa idea.
Che sarei una buona madre, una buona compagna.
Ma questo condizionale mi ammazza.
martedì 4 giugno 2013
bollettino # 83 (una, nessuna, centomila ragioni)
tante (?) cose nel mentre, che come al solito non sarò brava ad annotare nel giusto ordine nè col giusto ritmo.
credo che la principale, motivo dei post di questo blog, sia che ho cambiato terapia.
sono andata dal famoso prof. Pesce, alla prima visita prenotata a febbraio per maggio, in cui non ha detto nulla che non sapessi: vestibulodinia importante, alta sensibilità a h 12, medio ipertono del muscolo elevatore dell'ano.
abbiamo parlato del mio trascorso, delle terapie fatte e dei risultati ottenuti solo nel breve periodo, per poi avere una brutta ricaduta.
non ha detto che ho fatto male, ma solo che quelle terapie sono di per sè non efficaci nel lungo periodo; per cui abbiamo capito cosa NON è efficace per me.
mi ha cambiato psicofarmaco, sostituendo il laroxyl con il cymbalta, prima da prendere metà dose del dosaggio minimo, a cui sono passata da un paio di giorni (30 mg).
mi ha dato poi expose 100 mg, un miorilassante da prenderne un terzo ogni pasto ogni giorno, e etinerv, il solito integratore alimentare.
effetti collaterali: sonnolenza, un bel po', e sensazione di rilassatezza estrema alle gambe.
tutto nella norma, anzi, potrei dire che è andata bene per ora.
ho poi iniziato le sue fisioterapie, quei massaggi interni che servono per sciogliere i muscoli dell'area pelvica, e a seguire certi dettami comportamentali che prevedono esercizi ma anche stile di vita da perseverare.
lo sforzo che ho fatto eni giorni scorsi nel tenermi sveglia e vigile, concentrata a lavoro e quando guido, cercando di mettere a tacere l'ansia da ipocondriaca solo dio lo sa.
tant'è che ora che mi sono un po' tranquillizzata, mi sembra di aver corso una maratona.
vedremo, per ora non do giudizi di merito perchè è davvero troppo presto. sospendo il giudizio, attendo risultati.
sto lavorando anche molto su di me.
mi sono posta domande, in questo periodo, cui sto cercando non tanto di dare risposte, quanto capirne la natura.
la mia infelicità, la mia tendenza depressiva, come dice psyco, sono esuli dalla vulvodinia o da lui.
semplicemente, ci sono sempre state, ma ho sempre dato precedenza a indicarne la causa in fattori esogeni, escludendo il problema a priori.
ne ho parlato con psyco, le ho anche fatto una specie di ultimatum, se così posso dire, di chiederle se questa che sto percorrendo con lei sia davvero una strada, e quale essa sia, quale sia il fine ultimo, perchè a volte mi perdo nei dettagli e non vedo il macro obbiettivo.
dice che tutto questo sta servendo a farmi entrare più in contatto con me stessa, per non vivere il film della mia vita ma la mia vita così com'è.
devo far colloquiare due anime, quella fragile, spaventata a morte, ipocondriaca e paranoica con quella aggressiva, rabbiosa a volte, determinata.
devo iniziare a pensare che gli altri non sono me, e che non posso attendermi da loro sempre reazioni che sono in linea con quello che farei io.
io non sono loro, e se diminuissi questa certezza sarei vittima meno volte della mia illusione, disillusione, delusione.
lui. un discorso come un altro.
ci si sente, ci si è visti quel paio di volte da lui per fare le solite cose, si rivolge a me per sms come fosse il mio pappone, e non mi sorprende più.
gli do spago quel tanto che so che lo appaga di sentirsi il mio mentore, ma non ascolto quello che dice, in nessuna cosa.
lui non mi conosce, e anzi, non ha voluto conoscermi, perciò le sue idee si basano sulla superficialità che è il leitmotiv tra noi.
non mi esalta più, non lo voglio più, non voglio più niente da lui.
è uno, uno qualsiasi.
non mi fa più male coi suoi atteggiamenti, non mi colpisce più al cuore, non lo sogno più.
si è sbriciolato, ma per colpa di nessuno.
forse tutto è figlio di una consapevolezza che sto prendendo, che ho vissuto gli ultimi anni troppo la vita di un altro.
ora che penso alla mia, alle mie difficoltà tutte personali, di ingegno, per quanto non mi piaccia nè so ancora come uscirne, per ora è prioritario rientrarci con la testa, con tutta la coscienza di cui sono capace, anche quella svogliata. che è tanta.
tanti pensieri, alcune idee, voglie.
il puzzle si è confuso di più, sono stati tolti alcuni pezzi e aggiunti altri.
piano piano, spero di vedere la luce.
mercoledì 17 aprile 2013
bollettino # 82 (minuetto)
ascoltata per caso stamattina.
...sono sempre fatti tuoi.
Tanto sai che quassù male che ti vada avrai
tutta me, se ti andrà per una notte...
... E cresce sempre più la solitudine,
nei grandi vuoti che mi lasci tu!
ma non posso dirti sempre sì e sentirmi piccola così
tutte le volte che mi trovo qui di fronte a te.
Troppo cara la felicità per la mia ingenuità.
Continuo ad aspettarti nelle sere per elemosinare amore...
Ne approfitta il tempo e ruba come hai fatto tu,
il resto di una gioventù che ormai non ho più...
E continuo sulla stessa via, sempre ubriaca di malinconia,
ora ammetto che la colpa forse è solo mia,
avrei dovuto perderti, invece ti ho cercato.
Io non so l'amore vero che sorriso ha...
domenica 7 aprile 2013
l'editoriale della domenica (pseudoromantico, oggi niente vulvodinia, grazie)
ho messo su stereomood il mio umore: lonely.
la seconda canzone nella playlist è una di quelle che usavo ascoltare tempo fa, quando ero a Torino, e lui mi mancava tanto.
sembra che il tempo non sia mai passato.
oggi mi lascio andare, perchè so che domani non potrò farlo, perchè la vita vuole che io non mi inchiodi a sogni impossibili.
oggi oso ancora sognare sognare, sperare, sapendo che non sarà l'ultima volta, ma che le prossime dovrò soffocarle così come vengono, per scacciarle il più velocemente possibile.
io lo amo.
c'è poco da fare.
mi arrendo a me stessa, a tutte le chiacchiere mie, di psyco, degli amici, delle tante voci che tutto sembrano già sapere.
io oggi so solo questo.
una parte di quella canzone dice "i must above all things love myself...".
no.
io oggi amo lui più di me stessa, più della mia vita, delle mie aspirazioni, delle mie previsioni future, di tutto ciò che abbia mai potenzialità di esserci.
perchè per me oggi tutto si inchina al fatto che lui non c'è, e nessun sapore, nessuna attenzione potrà sostituire il vuoto dettato da quell'uomo che l'altro giorno mi guardava fisso negli occhi chiedendomi di guardarlo, che mi teneva le mani chiamandomi "tesoro", e mi dava fiducia in me stessa elencandomi tutte le mie qualità.
ma non sono la sua persona, perciò oggi tutto quello che nella mia vita possa essere considerato buono e salvabile mi sembra nulla a confronto.
lo avrei preferito mille volte in quelle vesti da stronzo, così da poterlo odiare e avere un ottimo motivo per passarci sopra e metterci quella pietrona che meriterebbe.
invece mi rincuorava, si incazzava quando dicevo "no" o alzavo gli occhi di fronte a quello che per lui è vero di me, mi diceva di essere sorridente, mi abbracciava come non ha forse mai fatto, baci sulle fronte.
un padre, un fratello, un mentore, ma non il mio uomo.
che mi convinceva nel dirmi le mie mille qualità e quanto debba credere in loro e quindi in me stessa, perchè solo così troverò la persona per me.
volutamente, consapevole perchè non è uno stupido, senza fare riferimento a lui.
che è la causa scatenante di tutto, della mia tristezza come della mia fragilità.
vorrebbe scacciare da me fantasmi che sono stati alimentati inconsapevolmente da lui.
e quante volte avrei voluto zittirlo e dirgli la verità, dirgli "io sarò felice e ritroverò il sorriso e la fiducia in me solo quando tu starai con me, dammi un'opportunità, ti prego!".
il mio cuore urlava ma ho dovuto far finta di nulla piegandomi ai suoi discorsi sui rapporti verso terzi.
come amici, ma non lo siamo.
lui che dice di essere stato dietro a una donna, che ora non è più sua, per due anni e mezzo.
io che lo sono stata e lo sono ancora, per lo stesso periodo, per lui.
tutto non detto, tutto omesso per non rovinare di nuovo questa strana relazione, questo affetto esplicitato da lui nel dirmi "io ti voglio bene".
"ma tu non mi ami, ed è per questo che discorriamo", avrei voluto dirgli.
non me lo toglierò mai dalla testa, e sarò sempre gelosa e irritata a pensare che quella donna non l'ha voluto pur avendolo già suo, e che presto lui diventerà di un'altra ancora, e non penserà mai di avermi persa.
lui è perfettamente consapevole di questo, ma entrambi evitiamo il discorso, perchè sarebbe lo stesso del settembre di due anni fa.
quando le cose non cambiano, inutile parlarne ancora.
ho paura di non uscirne mai fuori.
in tutte le sue sfumature mi dimostra sempre di più quanto lo vorrei mio, per sempre.
diceva "che ti pare, che a 37 anni io sto bene a trovarmi single? che non vorrei una famiglia, una donna e due piccoletti che girano per casa?".
"anch'io vorrei tutto questo, che i piccoletti siano i nostri". non l'ho potuto dire.
"vedi, abbiamo bisogno delle stesse cose e siamo qui a dirci propositi per il futuro. come fai a non vedere che convergiamo esattamente, e invece ci stiamo ignorando?". zitta, non dirlo, fai un casino.
io sono sicura, è lui.
ma non posso averlo, e sono disperata per questo.
era perfetto, lo adoro, ma non mi vede.
lui soffre per chissà chi, io sono invisibile e sono innamorata di quell'amore folle che mi farebbe fare cose che non immagino neanche.
gli proporrei oggi stesso di vivere insieme, di sposarci, di farci figli.
a fronte di tutte quelle qualità che dice di riconoscermi, mi manca qualcosa che non sa spiegarmi e che ha visto in altre donne.
io, questo, non riesco ancora ad accettarlo.
la speranza di cui mi nutro è la stessa che mi sta facendo invecchiare, e che temo rimarrà come un morbo per sempre.
non voglio pensare di vivere una vita di rimpianto, ma non potrò comunque viverla con lui.
insieme, questi due pilastri, mi distruggono dall'interno.
il fatto poi di non aver mai avuto una reale possibilità di dimostrargli quanto so essere ciò che lui va cercando, perchè solo con lui vicino potrei ritrovare me, mi fa ancora più male.
lo amo, lo riconosco e non ho più voglia di combatterlo.
non voglio più combattere questo sentimento, che tanto non se ne va seppur ci abbia provato in molti diversi modi e tempi.
lo accetto, mi abbatte, mi rincoglionisce, ma è pur sempre bello pensare di amare.
incondizionatamente, nel vero senso della parola.
qualunque cosa accada nelle nostre vite, io lo amo.
basta vincoli, basta false consapevolezze, oggi la regina è nuda.
il mio inconscio dovrà farsene una ragione, e forse può essere la volta buona che trovi pace.
basta guerra civile, odio me stessa perchè mi riempio di bugie senza lasciarmi andare.
io ti amo.